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I "Like" di Facebook sono frode?

Condividi:         webmaster 14 Luglio 12 @ 07:00 am



Ieri, la BBC, ha pubblicato i risultati di un interessante esperimento sui Like di Facebook.

La BBC ha creato una società virtuale, VirtualBagel appunto, che non ha prodotti, sito o storia e la cui unica immagine è quella di una ciambella. Ha poi promosso una campagna mondiale per incoraggiare i 900 milioni di utenti di Facebook a cliccare su Like.

Ciò che ha scoperto è che i suoi $10, spesi per una campagna priva di criterio e priva di targeting, non hanno portato nessun risultato utile. Ha anche scoperto che ci sono dei profili falsi su Facebook.

La cosa è ovviamente risaputa dagli operatori del settore - circa il 5%-6% dei profili dovrebbero essere falsi, ovvero circa 54 milioni di profili.

Certo, è molto strano che si possano ottenere migliaia di Like in poche ore ed ancora più strano che molti di questi provengano da paesi come Egitto e Filippine. Ma uno dei punti di forza di Facebook è proprio che si possono scoprire queste cose. Così, quando si vede che un nostro fan si chiama Ahmed Ronaldo, vive al Cairo e lavora per il Real Madrid, ci si può mettere l'animo in pace e ignorarlo.

Non si può dire la stessa cosa di Google AdWords: ha, la BBC, speso $10 su AdWords e poi ne ha poi paragonato i risultati? Dagli articoli che scrive sembra proprio di no. Eppure accusa il social network, tramite questo esperimento e varie testimonianze anonime, di frode in modo non troppo velato.

Certo i profili falsi ci sono e sappiamo anche che sono gestiti da spammer che cercano in tutti i modi di promuovere i propri link - dopo aver cliccato su Like un utente può postare sulla bacheca della società e quindi può cercare di promuovere il proprio link.

Facebook ha risposto, "Non abbiamo visto indicazioni di un problema rilevante e neppure ci è stato segnalato dai molti inserzionisti che stanno beneficiando dai risultati positivi di Facebook... Analizzando il caso segnalato - la persona ha, per qualche motivo, sparato un po' a casaccio nel distribuire i suoi annunci, mostrandoli in paesi con poco, o addirittura senza, alcun targeting demografico."

Vediamo ora se la stampa italiana riprenderà la storia con toni tanto minacciosi.



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