Dopo le dimissioni dell'ultimo Amministratore Delegato, Guido Paolo Gamucci, anche A.D. di
PERMIRA, la gestione della I&T (Informatica & Telecomunicazioni spa di Pomezia)è stata affidata ad un Consiglio di Amministrazione costituito da
Mario Colombo, anche Presidente della MWCR, una Holding che possiede una
decina di società, tra cui SWEDA, Secondo Attila Carrara dello Studio
Carrara, specializzato in procedure di mobilità e cassa integrazione
guadagni. Questi signori, già in precedenza insieme nella liquidazione
della SWEDA, il 19 Settembre hanno fatto al Ministero del Lavoro formale
richiesta di Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria per il 45% del
personale della I&T (657 dipendenti sul territorio nazionale), hanno in
progetto l'alienazione a terzi non ancora identificati di una delle
società del gruppo I&T, la WEB-I&T di Aprilia, aperta con fondi
pubblici, e di assorbire personale e patrimonio della terza società del
gruppo, la TecnoIndex, pure costituita con denaro pubblico, mediante
un'ulteriore procedura di CIGS; tutto ciò per crisi, che si traduce in
uno stato d'indebitamento della società, verso fornitori, Banche e
Stato, prodotto durante l'amministrazione PERMIRA, talché la I&T ora
rientrerebbe nell'ambito dell'art. 2446 del c.c.; contemporaneamente,
sono state attivate misure amministrative unilaterali, senza rispettare
il protocollo elementare delle Relazioni Industriali, e che rischiano di
mettere a repentaglio anche la sicurezza personale dei lavoratori (e.g.:
disdetta non coordinata degli affitti delle Sedi periferiche senza
prevedere una collocazione alternativa dei lavoratori di quelle sedi,
mancato rispetto degli accordi sindacali in vigenza degli stessi,
rifiuto delle anticipazioni TFR, minaccia di non pagare gli stipendi).
Nei 2 incontri procedurali già attuati (il 26 Settembre ed il 3
Ottobre), il Ministero del Lavoro non è riuscito ad imporre uno sforzo
di ricapitalizzazione oltre le necessità di fuoriuscita dal 2446 c.c.,
fosse anche allo scopo di operare riduzioni di personale secondo i
principi della L.223/91, ossia tali da salvaguardare al massimo i
livelli occupazionali e le famiglie dei lavoratori; e neanche la
produzione di un "Piano di Risanamento". Il Ministero s'è semplicemente
attenuto ai minimali termini di legge, fissando una tregua negoziale
fino al 14 Ottobre.
Da questo panorama si evince che lo scopo di questi signori è
liquidatorio e non di rilanciare l'azienda, così da consentire un
recupero di capitale più alto possibile a PERMIRA e poi dar via ciò che
resta dell'Azienda al migliore offerente, sia questo MWCR o altri; il
tutto a spese dello Stato e dei lavoratori. A parte l'iter ministeriale,
la vertenza è all'attenzione della Task Force Borghini, degli Enti
locali (Regione Lazio e Comune di Pomezia) e delle parti politiche fino
alle massime cariche istituzionali dello Stato.
Ecco cosa ne pensano le Rappresentanze Sindacali Unitarie dei lavoratori
del Gruppo I&T: se PERMIRA (ex Schroeder Ventures Europe, 70
professionisti del buyout/buyin), dopo aver consentito a due faccendieri
come Nino Ranellucci, responsabile tra l'altro del crack di I&T
Argentina, una vicenda non priva di lati estremamente oscuri, ed a Lucio
Sepede, i due principali attori della Connection INA-Database, pensa di
poter giocare così con i lavoratori della I&T, PERMIRA deve anche sapere
che i lavoratori della I&T non sono disposti a subire senza reagire, in
un confronto in cui la prima cosa che salterà in aria sarà la mirabile
immagine di gestore di fondi che risponde al nome di PERMIRA.