WikiLeaks vince contro Visa e Mastercard
Nonostante il caso di estradizione contro Julian Assange non stia andando per il meglio, Wikileaks ha messo a segno una grande vittoria contro Visa e MasterCard.
La Corte Distrettuale di Reykjavik ha ordinato a Valitor, la società che gestisce i pagamenti per Visa e MasterCard in Islanda, di riaprire le donazioni a favore di WikiLeaks entro due settimane o pagare una multa di €5.000 al giorno.
Le proteste di WikiLeaks risalgono a Dicembre del 2010, quando Visa e MasterCard bloccarono i pagamenti a WikiLeaks veicolati tramite DataCell, il partner per i pagamenti del sito di Julian Assange. Il blocco avvenne dopo che WikiLeaks pubblicò 250.000 telegrammi del Dipartimento di Stato Americano. Documenti che la Casa Bianca disse "potrebbero mettere a rischio vite Americane e dei nostri partner."
PayPal seguì presto nel blocco, dicendo che le donazioni erano a favore di un'attività illegale e che quindi, per legge, era costretta a sospendere l'account.
Il mese scorso, DataCell citò in giudizio Valitor, ma WikiLeaks non è restata con le mani in mano e ha anche chiesto alla Commissione Europea di investigare sull'incidente. Simili cause sono in corso in Danimarca e Belgio.
"Uno ad uno, quelli coinvolti nel tentativo di censurare WikiLeaks si troveranno sul lato sbagliato della storia," ha minacciato Assange in una dichiarazione.
Il blocco dei pagamenti ha causato il 95% di diminuzione delle donazione, ovvero una perdita di circa $20 milioni dal suo inizio.
"Questa è un'importante vittoria contro il tentativo di Washington di zittire WikiLeaks," ha detto Assange.
"Non staremo zitti," ha continuato. "Questa censura economica è censura. È sbagliata. E quando la censura avviene al di fuori della legge è doppiamente sbagliata."