News: tutti i segreti di Internet

Venezia - Amministrare 2.0: la rivoluzione può aver inizio

Condividi:         gama 11 Marzo 08 @ 08:45 am

Amministrare 2.0, ovvero applicare il Web 2.0 alla Pubblica Amministrazione: è questa la sfida lanciata dal vice sindaco di Venezia all’interlocuzione tenutasi al Telecom Future Centre, a cui sono intervenuti anche il vice presidente di Cisco Systems, Stefano Venturi, la vice presidente di Sun Microsystems, Maria Grazia Filippini, il responsabile Marketing ICT di Telecom Italia, Claudio Contini, il responsabile Mercato Pubblica Amministrazione di Telecom Italia, Ettore Spigno, il responsabile dello sviluppo Partnership di Google Italia, Aldo Spivach, il direttore del Mobile Experience Lab del Massachussetts Institute of Technology, Federico Casalegno.

Web 2.0 è partecipare, condividere, collaborare: per il vice sindaco è giunto il momento di trasferire questo tipo di approccio alla Pubblica Amministrazione per innovarla dal suo interno, a partire dal tipo di lavoro che svolgono i suoi impiegati, senza aspettare una legge che la riformi dall’alto. Il primo passo da compiere è allora quello di mettere a disposizione della collettività la “professionalità da dilettante” del lavoratore pubblico, facendo in modo che questi usi anche al lavoro le competenze informatiche e tecniche di cui quotidianamente si avvale nel privato, possedendo magari cellulari di ultima generazione, oppure interagendo su web nelle diverse forme possibili. Il vice sindaco ha dunque auspicato che si affermi una nuova idea di produttività, che sia il risultato di una maggiore condivisione della conoscenza e si possa quantificare con il numero delle connessioni al web, così come avviene con le sinapsi del cervello. L’obiettivo del vice sindaco è che la Pubblica Amministrazione diventi una rete sociale fatta di partecipazione attiva e dinamismo interattivo, tenendo il passo con un processo irreversibile che è in atto a livello globale. Piattaforma ideale di questa “rivoluzione” è l’open source, che consente l’utilizzo in rete di software e la condivisione del dato in un formato libero da schemi proprietari.

È alla luce di tali considerazioni che si spiega la decisione del Comune di Venezia di bloccare l’acquisto di tutti i pc e di avviare al contempo il processo di acquisizione di prodotti open source. A tal proposito, il vice sindaco ha voluto citare alcuni esempi concreti di applicazioni che già si potrebbero adottare: “Fixami”, una piattaforma aperta per segnalare on-line la necessità di interventi manutentivi, cui l’amministrazione dovrebbe garantire una risposta pressoché immediata, essendo sottoposta alla “giuria degli utenti”; voip e chat, per far dialogare in maniera veloce il libero professionista con i tecnici dello Sportello unico; un programma che visualizza costantemente entrate e uscite del bilancio comunale, per garantire la massima trasparenza gestionale; videocamere che monitorano costantemente aree urbane critiche e proiettano le immagini su megaschermi, per disincentivare attività illecite. Il vice sindaco auspica anche che si arrivi al più presto ad un’integrazione tra le diverse cartografie che l’Amministrazione comunale già possiede.

Tanti prodotti innovativi già pronti, dunque, che però necessitano di un nuovo approccio mentale da parte del dipendente pubblico. Per il vice sindaco, infatti, se si opera per obiettivi, si può anche superare la classica “timbratura del cartellino”, sostituendola magari con l’utilizzo di una smart card inserita nel pc usato per lavorare a distanza. Il cosiddetto tele-lavoro, che finora è stato legato a fasce marginali di dipendenti, dovrebbe essere molto più diffuso, per contribuire a risolvere, tra l’atro, problemi di non poco conto per l’Amministrazione, quali la cronica carenza di spazi lavorativi, l’inquinamento atmosferico dovuto allo spostamento quotidiano dei pendolari su quattro ruote, il degrado urbano e la viabilità congestionata conseguente al traffico urbano ed extra-urbano.

Si tratta di cambiamenti epocali, culturali ancor prima che tecnici, ma il vice sindaco è fiducioso: “se non cambiamo noi la città non cambia: proviamo dunque a cambiare noi”. - www.comunicarevenezia.it



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