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Spazio, compie 40 anni il primo satellite italiano

Condividi:         ale 28 Dicembre 04 @ 11:00 am

L'Italia è stata il terzo Paese, dopo Unione Sovietica e Usa, a progettare, costruire e mandare in orbita un vettore spaziale.
Festeggia il suo 40esimo anniversario il San Marco 1, primo satellite italiano ed europeo mandato in orbita e di cui la Scuola di Ingegneria Aerospaziale de ''La Sapienza'' celebra il primo lancio da una base spaziale Usa.

Il lancio del San Marco 1 è stato il primo degli obiettivi raggiunti dal Progetto San Marco, il programma spaziale ideato da Luigi Broglio, preside della Scuola di Ingegneria Aerospaziale, leader carismatico e padre delle conquiste spaziali italiane. Grazie anche al successo del San Marco, l'Italia è stata il terzo Paese, dopo Unione Sovietica e Usa, a progettare, costruire e mettere in orbita un satellite. ''Dopo questo risultato -riferisce 'La Sapienza'- il Centro Ricerche Aerospaziali ha proseguito le attività dotandosi di un proprio poligono di lancio, per mettere in orbita i successivi satelliti San Marco e satelliti di altre nazioni. Ancora una volta le idee innovative di Luigi Broglio fecero compiere un grande passo in avanti alla tecnologia spaziale italiana''. Il poligono di lancio è stato per molti anni l'unico al mondo ad essere situato in mare, al largo delle coste del Kenya e non sulla terraferma.

''Solo in questi ultimi anni -prosegue l'ateneo romano- l'idea di lanci da una base marina è stata ripresa, con la realizzazione della piattaforma ''Sea-launch''. Dopo il lancio del quinto satellite San Marco, nel 1988, il Centro di Ricerca Progetto San Marco (Cprsm) ha continuato a gestire la stazione di telemetria in Kenya, di interesse strategico europeo, ad esempio per l'assistenza fornita al vettore europeo Ariane''. Recentemente l'esperienza dei satelliti San Marco e' stata ripresa presso la scuola dal gruppo Gauss (Gruppo di astrodinamica de ''La Sapienza''), con il lancio dei tre microsatelliti Unisat, con cadenza biennale dal 2000 al 2004, costruiti con la partecipazione diretta degli studenti, ed il lancio del prossimo Unisat è previsto nel dicembre 2005.

''Tra le attività scientifiche della scuola -ricorda l'Università- rientra anche l'esperimento Spqr (Specular Point-like Quick Reference), che fornisce una sorgente luminosa di riferimento per ottenere immagini ad alta risoluzione della stazione spaziale tramite telescopi da terra. L'esperimento verrà condotto a bordo nella prossima missione Soyuz prevista per aprile 2005, finanziata da Aeronautica Militare, Finmeccanica, Regione Lazio, Filas (Finanziaria Laziale Sviluppo), Camera di Commercio di Roma e Polo Tecnologico Romano''.

Istituita nel l926, la Scuola di Ingegneria Aerospaziale dell'Università ''La Sapienza'' ha avuto in origine lo scopo di promuovere il progresso e la diffusione delle Scienze e delle Tecnologie Aeronautiche, in collegamento con il centro studi ed esperienze di Guidonia. Sotto la guida del professore Broglio, si è poi trasformata in Scuola di Ingegneria Aerospaziale, confrontandosi con le nuove frontiere dello spazio. La scuola attualmente fornisce una laurea specialistica in Ingegneria Astronautica, un corso post laurea in Ingegneria Astronautica, un master di primo livello, due master di secondo livello ed un corso di dottorato di ricerca in Ingegneria Aerospaziale. Al Centro di Ricerca Progetto San Marco (Crpsm), invece, è dovuta, invece, la prima rilevante collaborazione tra Italia e Stati Uniti nel settore spaziale, che ha preceduto l'istituzione dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi). Da allora ad oggi l'Italia vanta accordi di cooperazione con altre nazioni da tempo protagoniste nello spazio, dopo quelli siglati con la Nasa (National Aeronautics and Space Administration) e l'Esa (European Space Agency).

Tra il 1964 e il 1988 il progetto San Marco ha mandato in orbita dieci satelliti, dei quali 4 della Nasa, uno inglese e 5 italiani sviluppati nell'ambito del Crpsm ed è stato inoltre realizzato il poligono San Marco in Kenya, dedicato a Luigi Broglio, prima base spaziale del mondo ubicata sull'equatore per raggiungere le orbite equatoriali con il minimo dispendio di energia.

Info: www.uniroma1.it
News tratta da Adnkronos.com



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