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RIAA: P2P meno del 25% della musica piratata

Pirateria: webmaster 29 Luglio 12 @ 06:00 am




Sono in molti ad aver sempre sostenuto che la pirateria musicale online fosse solo una piccola parte di come la musica è condivisa, ma fino ad ora non c'erano numeri a supporto di questa teoria.

Torrentfreak è però venuto in possesso di una presentazione preparata per la RIAA da cui si evince che la principale causa della musica piratata non è il P2P.



Come prima cosa c'è da notare che, di tutta la musica messa in circolazione, quasi due terzi è stata piratata, ma la causa principale non è il P2P, bensì la copia del CD di un amico (Burning/ripping from others) il quale rappresenta il 27% di tutta la musica messa in circolazione. Se prendiamo solo la parte piratata allora vediamo che, di tutta la musica messa in circolazione, la copia dei CD rappresenta il 41%, lo scambio/vendita di hard disk rappresenta il 29%, mentre il P2P rappresenta solo il 23%. I servizi di locker, come Megaupload, rappresentano solo il 6%.

Anche se il P2P e i locker scomparissero domani, più del 50% della musica resterebbe comunque piratata.

Questo non vuol dire che la strategia della RIAA di cercare di far chiudere i siiti di P2P, non sia corretta, ma che questa non avrebbe l'impatto che la RIAA lascia sempre a intendere.

Un altro dato che emerge da questa presentazione è che oltre il 50% delle vendite musicali statunitensi sono ormai digitali. Questo vuol dire che servizi come iTunes, Amazon e Spotify stanno fornendo un'alternativa sensata alla pirateria. Forse è su questi tipi di servizio che la RIAA dovrebbe puntare di più?

Quanto sono affidabili i dati presentati da Torrenfreak? Presumendo che siano veri, possiamo confermare che l'NPD è il principale gruppo statunitense che fornisce questo tipo di dati. Questa slide non era però nella loro presentazione ufficiale e né l'NPD, né la RIAA hanno voluto commentarla.



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