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Quotidiano multato per articolo veritiero e non diffamatorio

Italia Digitale: webmaster 18 Gennaio 13 @ 17:35 pm


Quotidiano multato per articolo veritiero e non diffamatorio

Un quotidiano italiano è stato condannato per aver tenuto online un articolo veritiero e non diffamatorio più a lungo del necessario.

Il quotidiano digitale PrimaDaNoi.it è stato condannato dal Tribunale di Ortona (Chieti) al pagamento di circa €17.000 tra risarcimento danni e spese legali per violazione della privacy, per aver conservato nell'archivio del sito una notizia riguardante una vicenda penale a distanza di diversi anni dai fatti. A darne notizia è stata la redazione del quotidiano che ha proclamato uno sciopero a tempo indeterminato e sottolinea come il rischio chiusura sia "più che concreto."

La vicenda è piuttosto interessante e merita qualche minuto di attenzione.

A Marzo 2008, PrimaDaNoi.it, pubblica un articolo (ormai rimosso) relativo ad un fatto di cronaca giudiziaria collegato a una vicenda di carattere penale nella quale un ristorante della zona e i suoi proprietari erano coinvolti. A Settembre 2010, questi ultimi - evidentemente preoccupati, della cattiva pubblicità - chiedono al direttore di PrimaDaNoi.it la cancellazione dell'articolo a difesa del loro diritto all'oblio, senza, tuttavia addurre né il carattere diffamatorio o non veritiero dell'articolo.

Il direttore del quotidiano dapprima rifiuta di rimuovere l'articolo, ma decide di farlo in un secondo tempo dopo l'inizio del processo anche se non si è ancora giunti ad alcuna decisione. Il giudice però non accetta che il caso venga chiuso in questo modo e non solo legittima la richiesta dei due proprietari, ma condanna il quotidiano a un risarcimento danni e spese legali.

"Il persistere del trattamento dei dati personali dei titolari del ristorante e il nome dell'esercizio," ha scritto il giudice, "ha determinato una lesione al diritto alla riservatezza e della reputazione in relazione alla peculiarità dell'operazione di trattamento, caratterizzata da sistematicità e capillarità della divulgazione dei dati e alla natura degli stessi dati trattati, particolarmente sensibili attenendo a vicenda."

"La facile accessibilità e consultabilità dell'articolo giornalistico, molto più dei quotidiani cartacei tenuto conto dell'ampia diffusione locale del giornale online, consente di ritenere che dalla data di pubblicazione fino a quella della diffida stragiudiziale sia trascorso sufficiente tempo perché perché le notizie divulgate con lo stesso potessero soddisfare gli interessi pubblici sottesi al diritto di cronaca giornalistica, e che quindi, almeno dalla data di ricezione della diffida, il trattamento di quei dati non poteva più avvenire..." ha continuato il giudice.

Mentre sono convinto che il diritto all'oblio sia un aspetto importante della vita in società come la nostra, sono anche certo che due anni e mezzo non siano un tempo minimo sufficiente per poter richiedere questo diritto all'oblio. Mi sembra molto pericoloso che chiunque possa chiedere che vicende penali vengano nascoste così facilmente.

Spero che in appello questo caso si risolva come la vicenda Vivi Down che ha dapprima visto tre manager di Google condannati a causa di un video vessatorio, ma in appello la sentenza è stata respinta e i tre manager sono stati assolti.

Voi cosa ne pensate, ha fatto bene il giudice a condannare il quotidiano o ha stabilito un precedente pericoloso? Fateci sapere cosa ne pensate nei commenti.



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