News: tutti i segreti di Internet

Oscuramenti, provider in rivolta "Non siamo sceriffi della rete"

Condividi:         webmaster 24 Giugno 12 @ 09:00 am

Assoprovider e il provider Cwnet fanno ricorso contro l'ordine del giudice di Milano che li obbliga a oscurare il sito di controinformazione ritenuto colpevole di aver diffamato una multinazionale. "Se il tribunale ci darà ragione, andremo alla Corte di Giustizia" UE.

BASTA censure dei siti web, provider ed esperti di diritti digitali ora passano alla rivolta, da oggi: l'occasione è l'oscuramento delle sezioni Piemonte e Toscana di Indymedia, con l'accusa di diffamazione ai danni della multinazionale Coe Clerici. Ma l'obiettivo dei "rivoltosi" è ora ottenere una vittoria legale che ponga un freno definivo a queste pratiche. È stato il Giudice delle indagini preliminare di Milano a chiedere ai provider, il 13 giugno, di oscurare quelle sezioni di Indymedia. Significa che i provider devono impedire ai propri utenti di accedere a quelle pagine. Il motivo sono quattro articoli di stampa ritenuti diffamatori da Coe Clerici: è una vecchia storia, di 14 anni fa.

Un articolista anonimo di Indymedia (com'è prassi di questo noto network internazionale) aveva riportato, "abilmente decontestualizzandolo" afferma il Gip, "un passaggio di una riservata relazione di un manager della XXXXXX addetto al mercato ucraino - si afferma, in buona sostanza, che la medesima XXXXXXX non avrebbe alcuna remora a fare affari con soggetti di diretta o indiretta caratura mafiosa, tant'è che il relativo titolo è Mafioso è bello". "La querelante viene descritta, in estrema sintesi, come una società la cui politica aziendale è stabilmente caratterizzata dall'abituale ricorso a scorrette pratiche commerciali, spesso sconfinanti nei reati di corruzione, turbativa d'asta e illegale intercettazione di comunicazioni e conversazioni".

L'articolo di Indymedia era stato ripreso poi da Milano Finanza e di qui l'ira di Coe Clerici. A cui ora rispondono i provider. In particolare, sono l'associazione Assoprovider e il provider Cwnet a deporre oggi ricorso, contro l'ordine del giudice, presso il tribunale delle libertà di Milano. "Se il tribunale ci darà ragione, andremo alla Corte di Giustizia UE, insieme con Aiip, l'altra associazione provider, e Alcei, la storica associazione per le libertà digitale", spiega Fulvio Sarzana, avvocato esperto di diritti su internet e avvocato di Assoprovider per questa vicenda...



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