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Il New York Post chiede pecunia agli utenti. Ma solo con l'iPad.

Internet: Mikizo 20 Giugno 11 @ 14:00 pm


Il panico millenaristico che ha colto l'editoria mondiale - una sindorme da fine imminente della carta stampata - sta prendendo un po' alla testa molte testate, soprattutto da quando hanno deciso, quasi in massa, di giocarsi un nuovo ruolo online.

"Profitti", dev'essere la parola d'ordine rilanciata nelle riunioni dei grandi capi, e fin qui non c'è nulla di strano - ma a volte sembra proprio che le decisioni siano messe in mano a dei dilettanti che capiscono di internet come io mi intendo di astrofisica.

Il New York Post, il più antico giornale d'America e, purtroppo, non più baluardo di una informazione bilanciata e non sensazionalistica dall'era Murdoch in poi, in questi giorni ha bloccato la navigazione del proprio sito a chi accede usando Safari su un iPad.

Chi provi ad aprire il sito con il tablet di Apple verrà dunque invitato a scaricare una app iOS, per la quale è necessario iscriversi ad un abbonamento da 6,99 dollari al mese. Peccato che la News Corporation di Murdoch non abbia pensato all'assurdità di questa soluzione ed a tutti i workaround disponibili.

Innanzi tutto, il sito è ancora accessibile tranquillamente da un qualsiasi browser desktop oppure da un telefono, anche quelli con Android. Quindi l'azienda sta restringendo l'accesso al proprio sito ma lo sta facendo soltanto per un ristretto gruppo di utenti. E poi basta qualche giochetto da utente smaliziato per aprire ugualmente il sito (basta non fargli capire di essere su Safari da un iPad...)

La cosa ancora più assurda è questa idea antidiluviana di far pagare il servizio agli utenti. Nessuno (o una percentuale ridicola di internauti) pagherà mai per avere accesso ad un sito internet che non abbia contenuti davvero esclusivi. E chi li ha? Certo non il NYP o qualsiasi altro quotidiano online.



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