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Licenziata per un'email

Legale: webmaster 18 Aprile 05 @ 07:00 am


Spedisce una email ad un'amica e il suo datore di lavoro la licenzia. Dagli Stati Uniti un esempio orwelliano di videosorveglianza globale. In Italia non si potrebbe fare

Segretaria manda una email ad un'amica. La missiva viene letta dal suo superiore che la caccia su due piedi - così si legge in un articolo di Alessandra Farkas apparso ieri sul sito corriere.it!

"Il mio capo è un idiota. Si è comportato in modo arrogante tutta la settimana": bastano queste parole negli Stati Uniti per giustificare un licenziamento, dopo la normale lettura delle email personali di una lavoratrice da parte del suo datore di lavoro; lettura autorizzata da una legislazione molto permissiva in tema di trattamento dati personali (e giustificata dalle più importanti e pressanti esigenze di lotta al terrorismo). Negli Stati Uniti il controllo globale esiste... ma in Italia un datore di lavoro può licenziare un suo dipendente perché ha inviato una email "poco corretta" ad un amico? Un licenziamento potrebbe trovare una sua possibile giustificazione nella violazione dell'obbligo di fedeltà contenuto dell'art. 2105 cod. civ., ma ciò che dovrebbe fare più discutere è certamente la possibilità del datore di lavoro di leggere il contenuto della corrispondenza telematica privata di un proprio dipendente.

Nel nostro ordinamento la violazione della riservatezza di una e-mail corrisponde sostanzialmente alla violazione della corrispondenza, in generale, come contenuta nella Carta costituzionale all'art. 15 (la libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili).

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