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L'Italia vieta Facebook: il medioevo elettronico |
Legale: webmaster 12 Febbraio 09 @ 08:00 am |
Che in Italia fossimo indietro sotto molti punti di vista è risaputo, ma non avrei mai pensato che l'Italia cercasse di legiferare sull'intero Internet. E invece mi sono sbagliato. Certo, ci abbiamo provato in passato: prima vietando The Pirate Bay (e poi ripensandoci), poi cercando di mandare in prigione quattro dirigenti di Google per un video caricato da un utente e prontamente rimosso da Youtube dopo una segnalazione. Sembra che adesso l'obbiettivo Italiano sia quello di oscurare Facebook e YouTube. Alessandro Gilioli, giornalista de L'Espresso e noto blogger, ha intervistato il senatore Gianpiero D'Alia, autore dell'emendamento che ha inserito controlli particolari per la Rete partendo dai casi specifici dei gruppi pro-mafia nati su Facebook. Nell'intervista Gilioli interroga il senatore mettendolo di fronte ai diversi casi specifici che la rete può presentare: da Facebook ai video su YouTube, dai flame su forum ai commenti sui blog. Se è vero che oltre il testo del dispositivo di legge è utile leggere anche il reale e concreto intento del legislatore, allora l'intervista firmata da Gilioli non fa altro che confermare tutto ciò che di catastrofico si era ipotizzato nel momento in cui l'emendamento è stato rapidamente approvato dal Senato: la legge, così come è formulata ad oggi, è pensata e voluta per censurare interi siti web al fine di eliminare eventuali contenuti documentanti o inneggianti a reati di varia natura. Alle specifiche domande, infatti, D'Alia risponde esplicitamente su candido "sì": sì, Facebook potrebbe essere chiuso in Italia se non interverrà sui gruppi che dispongono apologia di reato; sì, YouTube potrebbe essere chiuso se non censurasse video segnalati dalle autorità. Qui di seguito l'intervista telefonica: |
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