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Google vs. Oracle, si gioca con la terminologia

Legale: ezechiel2517 17 Maggio 12 @ 09:00 am


Il legale Robert Van Nest ha fatto l'arringa finale nel processo che vede Google accusata di violazione di alcuni brevetti detenuti da Oracle. L'avvocato ha parlato per conto dell'azienda con sede a Mountain View e ha iniziando ricordando a tutti i membi della giuria che "questa causa non ha nulla a che vedere con Java contro Android."

Con questa premessa in testa, Van Nest ha quindi elencato i tre capisaldi della difesa di Google per questo caso:

- Google ha apportato sensibili modifiche per Android, senza avere alcuna specifica conoscenza del portfolio brevetti della Sun Microsistem

- La Virtual Machine di Android non viola il brevetto RE38,104

- Il tool dx di Android non viola il brevetto 6061,520

"Non c'è il minimo elemento di prova che il team di progettazione di Google sapesse o avesse mai visto questi brevetti" ha detto Van Nest, agiungendo che Oracle ha ammesso durante il processo di non aver mai fatto menzione di questi brevetti con qualcuno di Google, non prima di aver avviato la causa nel luglio del 2010.

Van Nest ha asserito che il brevetto 104 richiede che si faccia riferimento simbolico nelle istruzioni, chiarendo che "Android non ha mai usato riferimenti simbolici, ma riferimenti numerici." Questa causa ha gia palesato più volte come la terminologia sia facilmente interpretabile e manipolabile da entrambi le parti.

Un altro esempio è legato al brevetto 520. Van Nest ha spiegato come tutti i periti chiamati a testimoniare abbiano detto che tutti i passaggi del metodo devono essere presenti, inclusa la simulazione del bytecode. Ha quindi fatto notare che Android non ha implementato tale simulazione, come dichiara Oracle, ma un confronto di modelli.



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