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Google+ certifica le identità, ma non si sa ancora come - news originale

Google+ certifica le identità, ma non si sa ancora come

Condividi:         Mikizo 22 Agosto 11 @ 13:00 pm

Non sono stati in pochi a lamentarsi della pretesa di Google+ che gli account debbano corrispondere sempre ad un nome reale. Sebbene anche Facebook, ufficialmente, chieda la stessa cosa, per ora è solo il social network di Google ad avere un vero e proprio focus sulla questione.

Sembra comunque che Google+ non abbia intenzione di cambiare idea, anche alla luce del nuovo sistema di verifica degli account che la compagnia sta introducendo in questi giorni. L'azienda intende infatti conferire agli account "certificati" una sorta di bollino di autenticità, che attesti che la persona virtuale coincide con quella reale.

Il collaboratore di Google Wen-Ai Yu ha spiegato in un post sul social network che il team al quale appartiene si sta "focalizzando sulla verifica delle figure pubbliche, celebrità e persone che sono state aggiunte ad un grosso numero di Cerchie, ma stiamo lavorando anche per espanderci su più entità."

In sostanza, chi visualizza un profilo vedrà una sorta di "badge", un piccolo segno di spunta vicino al nome della persona. Passando il mouse sul segno di spunta, verrà mostrato l'avviso "nome verificato" laddove Google+ abbia già effettuato il check per questa persona. L'immagine sottostante è più esplicativa di mille parole.



Quello che però non viene ancora spiegato è come farà il social network a verificare l'identità della persona, e dunque neppure quanto questa verifica si potrà considerare attendibile.

La questione relativa all'utilizzo dei nomi reali sui social network, discussa anche dallo staff di Mark Zuckerberg di recente, è ancora molto dibattuta, perchè da un lato riguarda l'affidabilità delle persone che si celano dietro un account, e quindi può tutelare gli utenti da truffe e anche da peggio (si pensi soprattutto ai ragazzini giovanissimi che usano abitualmente Facebook), ma dall'altro ha un impatto molto negativo su chi ha la reale esigenza di mantenere l'anonimato, vedi ad esempio attivisti politici, dissidenti a regimi e così via, persone che dei social network fanno un'arma per la conquista della democrazia nei loro paesi.


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