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Google, l'algoritmo affonda i pirati

Google: webmaster 14 Agosto 12 @ 11:00 am


La Grande G aggiunge un tassello a favore dell'industria del copyright: tante richieste di rimozione dai risultati di Google spingono i siti indicizzati verso l'invisibilità. Niente favoritismi per YouTube.

Scorreranno verso il basso nelle pagine dei risultati, affossati da alternative che i detentori dei diritti considerano meno pericolose: Google aggiusta i propri algoritmi per tentare di isolare le mele marce della pirateria, i siti che offrono ai cittadini della rete paradisi di condivisione di contenuti in violazione del copyright. A suggerire alla Grande G come posizionare i risultati sono gli stessi detentori dei diritti: sul posizionamento dei siti pesa ora anche il numero di richieste di rimozione pervenute da parte dell'industria dei contenuti, basate su istituzioni legali come il DMCA.

Ad annunciare l'avvento del nuovo tassello nella complessa strategia di affiancamento di Google ai signori del copyright è un post ufficiale sul blog dedicato al search: "i siti che totalizzano alti numeri di richieste di rimozione potrebbero comparire nei nostri risultati in posizione più bassa", spiega dalla divisione tecnica Amit Singhal. Ad essere prese in considerazione saranno solo le richieste giustificate e valide che coinvolgono una determinata URL: le rimozioni dei singoli link dall'indicizzazione verranno effettuate, come avvenuto finora, solo in caso di richiesta valida; le richiesta valide, formulate per singola pagina, contribuiranno ad assegnare un punteggio di demerito alla globalità del sito...



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