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Giusta strategia per promuovere sito di nuova registr. su motori ricerca

Internet: steve65 30 Marzo 07 @ 11:00 am


La giusta strategia per promuovere un sito di nuova registrazione sui motori di ricerca

Quando si registra un nuovo dominio lo si vorrebbe subito vedere in testa ai risultati di ricerca dei più importanti motori tra cui Google e ciò tanto più se il sito si occupa di un grande mercato con centinaia di migliaia di potenziali clienti.

Se ad esempio si vuole aprire un nuovo portale di intermediazione turistica (sul tipo di venere.com, tanto per fare un esempio) il sito si trova fin da subito ad operare in un mercato in cui la concorrenza è enorme. Per fare un esempio a caso, se prendiamo la parola chiave "hotel toscana" le pagine web indicizzate da Google e quindi concorrenti del sito sono oltre 3.000.000 per cui, per poter avere un posizionamento nella prima pagina (cioè tra i primi dieci risultati) si dovrà superarne almeno 2.999.990.

In Italia Google è il re del mercato e fornisce ai siti una visibilità tale per cui a volte gli utenti che arrivano al sito attraverso Google sono anche oltre il 90% degli utenti complessivi. Per cui essere presenti su Google è l'obiettivo primario.
I motori di ricerca (e Google, in particolare) elaborano le classifiche di posizionamento sulla base di diversi fattori. Uno di questi è l'anzianità: un sito creato nel 2000 è molto più considerato di uno creato nel 2007 e questo in quanto nel primo caso Google ha potuto osservare e monitorare la “storia” del sito: come e quanto è cresciuto nel tempo, con quale livello ha aumentato i suoi contenuti e le sue pagine web, quanto, con che frequenza e da chi il sito è stato linkato, se ha compiuto oppure no azioni e tecniche scorrette, se ha sempre rispettato le linee guida ecc. Un sito nuovo è sconosciuto per i motori di ricerca che non sono pertanto in grado di giudicarlo tanto quanto un sito già avviato nel tempo.
Per questo i siti di nuova generazione per loro natura sono maggiormente penalizzati rispetto a quelli “anziani” tanto che Google ha addirittura inserito nel suo algoritmo un filtro (noto come “sandbox”) che serve ad oscurare la visibilità nel suo ranking per un periodo variabile da 3/4 mesi ad un anno e oltre. Con l'ultimo aggiornamento di questo mese (marzo 2007) sembra (il condizionale è d'obbligo) che il suddetto filtro sia stato alleggerito in modo da essere meno severo e quindi avere una durata più ridotta. Bisogna considerare però che maggiore è il livello di competitività delle parole chiavi e maggiore è la “forza” con cui il filtro incide sui risultati di posizionamento.

È vero che è possibile bypassare la sandbox e quindi evitare il problema ricorrendo allo stratagemma del redirect 301 il quale è un comando a livello server che indica il trasferimento definitivo di un sito da un indirizzo ad un altro. Questo significa che si potrebbe acquistare un dominio esistente (esiste un piccolo mercato anche in Italia ma è facile prendere colossali buggerature se non si fa molta attenzione) il quale deve essere dismesso per recuperare il suo avviamento. Così un sito registrato nel 2003 con il nome rossi.it attraverso il comando 301 può essere reindirizzato al nuovo sito appena costituito: nuovodominioappenaregistrato.com e il motore di ricerca potrà considerare il secondo come la continuazione storica del primo, senza, pertanto applicare il dannoso filtro.

Attenzione però ci sono alcune variabili da considerare:
1. in primo luogo per comprare un dominio occorrerà anche cambiarne l'intestazione. Google, fra le altre cose, è anche registrar per cui è sempre al corrente dei dati di registrazione (e dei relativi cambiamenti e modifiche) di ogni singolo dominio, per cui il cambio di proprietà verrebbe notato da Google;
2. bisogna anche far sì che i contenuti naturali del primo sito (www.rossi.it) siano coerenti con i nuovi contenuti del nuovo dominio in quanto in caso contrario Google capirebbe che l'operazione è volta al solo scopo di evitare la sandbox.
Infine non c'è certezza assoluta (data anche l'aleatorietà delle variabili appena esposte) che Google effettivamente e sicuramente non applicherà la sandbox, anche perché l'algoritmo di Google è sempre continuamente aggiornato e “work in progress”. Di fatto possiamo dire che, ad oggi, c'è una ottima probabilità che l'operazione, se compiuta bene, possa funzionare.
A quanto ora detto vorrei poi aggiungere che secondo la mia opinione (che si basa su oltre 10 anni di esperienza ed osservazione nel campo) non è mai una buona politica partire con un posizionamento basato su parole eccezionalmente competitive: molto meglio, e più efficace, partire con termini di nicchia. Poi, solo in un secondo tempo, e mai prima di almeno un anno (come minimo) passare alle parole chiave di vertice.
Per iniziare un'avventura con un nuovo dominio il seguente piano operativo potrebbe essere una buona strategia:

• PRIMO ANNO
• Acquisto dominio strategico e redirect 301
• Impostazione nel sito di parole chiave di nicchia
• Aggiornamento costante dei contenuti del sito
• Eventuale utilizzo di RSS

Accanto a questo mi muoverei per dare visibilità al sito in tre diversi modi:
a) moderata campagna pay per click su Google AdWords e Yahoo Search Marketing
b) pubblicità del sito con banner e spot su aree tematiche di importanti portali italiani come Tiscali, Ansa, Excite ecc. ;
c) se il sito si pone obiettivi commerciali (es. vendita, intermediazione ecc.), campagna di direct email marketing su target altamente profilato (da studiare il tipo se B2B o B2C o un mix di entrambi).

• SECONDO ANNO
• Posizionamento nei motori di ricerca tradizionale
• Valutazione del ROI delle campagne di webmarketing e email marketing (se le stesse danno un ritorno importante rispetto all'investimento iniziale) si possono riproporre selezionando anche altri canali.

Stefano Mc Vey in esclusiva per Posizionamentopro.com e pc-facile.com



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