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Corriere: risposta della redazione

News: webmaster 04 Ottobre 10 @ 11:30 am


Qualche giorno fa abbiamo linkato la lettera aperta di Ferruccio de Bortoli con la quale il direttore del Corriere della Sera contestava vari punti alla redazione. Qui di seguito un estratto:
...Non è più accettabile che parte della redazione non lavori per il web o che si pretenda per questo una speciale remunerazione. Non è più accettabile che perduri la norma che prevede il consenso dell'interessato a ogni spostamento, a parità di mansione...

La redazione ha ora risposto:
...Si addossano alla redazione responsabilità che appartengono a scelte editoriali e imprenditoriali errate e spesso dissennate. Si imputa ai giornalisti il rifiuto della modernità e della sfida tecnologica, quando da oltre due anni la redazione chiede – come dimostrano diversi comunicati e lo stesso accordo sullo stato di crisi firmato al ministero - di conoscere i piani di sviluppo aziendali e gli investimenti sulla multimedialità senza ottenere mai nessuna risposta concreta, ma solo promesse e annunci...

È difficile capire chi abbia ragione leggendo due lettere così ben redatte, ma è chiaro che non ci deve essere una distinzione tra il giornalismo cartaceo e il giornalismo web: è tutto giornalismo. La differenza, se ce n'è, tra i due media è dovuta dagli strumenti che questi offrono non da chi ci scrive.

Concordiamo con la redazione che il giornalismo deve "svolgere il suo ruolo civile di “cane da guardia”: a difesa dei cittadini e della circolazione delle idee, contro l’aggressione di poteri più o meno forti", ma se non si trova una soluzione al problema del Corriere e di tutti gli altri quotidiani, questo compito verrà presto assolto da blogger e altre figure non professioniste che non sempre hanno il tempo necessario per approfondire gli articoli e così svolgere a pieno il proprio compito di guardiano della democrazia.

Concludiamo ricordando che uno dei motivi per cui il giornalismo internazionale si trova in questo pasticcio non ha nulla a che fare con il giornalismo, ma è da imputare ai giornali che non hanno saputo trovare un modello di business alternativo quando i vari Craigslist, Bakeca e LinkedIn si sono mangiati un'importante fetta dei ricavi dei giornali.



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