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Cittadini e privacy: Vodafone rivela sorveglianze della rete

Privacy: ale 07 Giugno 14 @ 05:00 am


Cittadini e privacy: Vodafone rivela sorveglianze della rete

E' The Guardian a dare la notizia della rivelazione del colosso Vodafone.
Secondo la compagnia telefonica inglese, molti governi utilizzerebbero la sua rete per spiare le conversazioni dei cittadini. E' quanto emerge dall'articolo che non ci fa stare certamente tranquilli sapendo che molti di noi, e molte delle nostre conversazioni, sono ascoltate da terzi.

A spiarci sarebbero le agenzie di sorveglianza che su mandato dei Governi ascoltano ed identificano la posizione del ricevente e di chi effetua la chiamata: in Italia le richieste ci sono così come in molti altri Paesi, anche europei, dove 'l'attività' è quasi quotidiana.

Come si legge Vodafone "mantiene il pieno controllo operativo sull'infrastruttura tecnica utilizzata per consentire un'intercettazione legale sulla base di una richiesta avanzata in da una agenzia o da un'autorità. Tuttavia, in un piccolo numero di paesi, la legge impone che alcune agenzie e autorità specifiche debbano avere accesso diretto alla rete di un operatore, bypassando qualsiasi forma di controllo operativo da parte dell'operatore sull'intercettazione. [...] In Italia, dove la presenza della mafia richiede una alto livello di intrusioni di polizia, Vodafone riceve 606.000 richieste di metadati annuali. Il numero più alto che in ogni altra nazione".

Anche Antonello Soro, presidente dell'Autorità Garante per la Privacy, dice la sua sull'argomento: "non è tollerabile che i Governi svolgano un'opera di sorveglianza così massiva, generalizzata ed indiscriminata come quella rivelata dal Rapporto Vodafone. Così come non è accettabile che i Governi accedano direttamente alle telefonate dei cittadini, al di fuori delle garanzie previste dalla legge e senza un provvedimento della magistratura. E questo vale innanzitutto per i Paesi europei dove vige un ordinamento rispettoso dei diritti fondamentali delle persone. Quello che a partire dal Datagate sta emergendo a livello globale è l'assoluta necessità di ripensare e riequilibrare il rapporto tra sicurezza e privacy, spostando il baricentro nella direzione della difesa del diritto al rispetto della persona e quindi della sua libertà e della sua dignità. Va riaffermata l'idea che il rispetto dei diritti fondamentali debba ancora essere una delle principali discriminanti tra i regimi democratici e quelli illiberali. Non si può in alcun modo giustificare la pretesa di proteggere la democrazia attraverso la compressione delle libertà dei cittadini perché in questo modo si rischia di calpestare l'essenza stessa del bene che si vuole difendere".



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