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I cellulari sono pericolosi per il cervello? Nuova ricerca dice di no.

Telefonia: Mikizo 04 Luglio 11 @ 12:00 pm


Il dibattito sulla possibile cancerosità dei telefoni cellulari continua a colpi di chiacchiere ma anche a colpi di ricerche scientifiche. Superando allarmismi e complottismi vari, che su questo tema sono ormai vecchi un decennio e più, vediamo di capirci qualcosa con l'ultima ricerca scientifica disponibile.

Venerdì scorso un gruppo di ricercatori britannici, belgi e statunitensi hanno pubblicato un'indagine condotta sull'analisi di tutti gli studi precedenti, che conclude che la letteratura esistente è "crescentemente contraria" rispetto alla teoria che l'uso dei cellulari possa causare il cancro al cervello negli individui adulti.

I ricercatori hanno anche messo in discussione i meccanismi biologici alla base di questa ipotesi, pur riconoscendo alcune incertezze tuttora esistenti, in quanto ad esempio mancano ancora dei dati definitici sui tumori infantili e su diverse ricerche a lungo termine.

Questi risultati arrivano poche settimane dopo che l'Organizzazione Mondiale della Sanità aveva pubblicato la propria analisi, in cui sosteneva che i cellulari possono essere considerati "potenzialmente cancerogeni". Parole che avevano riacceso vecchie paure mai sopite e che hanno visto crescere, ad esempio, l'uso degli auricolari anche quando non strettamente necessari.

Anthony Swerdlow, professore presso l'Istituto Britannico per la Ricerca sul Cancro e leader delle indagini più recenti, ha chiarito che il lavoro del suo gruppo non è necessariamente in contraddizione con l'OMS, in quanto quest'ultimo sta semplicemente cercando di valutare i rischi di cancro in base ai proprio "sistema di classificazione pre-impostato", in cui anche cose come i sottaceti e il caffè sono considerati come "potenzialmente cancerogeni".

L'OMS starebbe dunque evitando di escludere categoricamente la possibile cancerosità di alcuni agenti, in attesa di nuovi studi, ma non starebbe affermando che questi agenti siano necessariamente pericolosi. Una posizione prudenziale che non sconfessa chi sostiene l'estrema improbabilità che un dispositivo in uso ormai da lustri possa avere effetti non riscontrabili statisticamente.

Ovviamente, questo non vuol dire che il dibattito si possa placare presto, anche se Swerdlow si aspetta conclusioni più definitive nei prossimi anni - presumendo, naturalmente, che tutti i nostri cervelli non siano totalmente fritti per allora.



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