News: tutti i segreti di Internet

L'Osce: stabile il numero dei siti xenofobi

Condividi:         ale 31 Agosto 04 @ 15:00 pm

Il numero dei siti internet esplicitamente e notoriamente razzisti e antisemiti sembra rimanere stabile a quello di quattro anni fa. Un livello relativamente basso, secondo gli esperti riuniti ad Amsterdam per iniziativa dell'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Osce).

'In modo sorprendente, le ultime ricerche mostrano che il numero dei siti xenofobi si è stabilizzato'', ha commentato la presidente dell'associazione olandese Bits of Freedom, Karin Spaink, specializzata nella difesa dei diritti umani su internet. Nel 2000, un'inchiesta condotta da Hatewatch.org ha individuato su internet tra i 400 e i 450 i siti razzisti e antisemiti.

Quattro anni più tardi, un'inchiesta pubblicata dal Centro sui giornali canadesi (Media Awareness) ha fatto sapere che i siti erano circa 400. Accanto a questi, altri 1.500/1.575 siti sono considerati ''problematici'' a causa del loro contenuto.

''Se si considera che ogni sito contiene circa 300 pagine, si arriva a un totale di circa 660.000 pagine, mentre un motore di ricerca come Google, per esempio, ha 4.285 miliardi di pagine'', specifica la signora Spaink. In definitiva, secondo l'Osce, ''non esiste che un piccolo numero di siti che abbiano un contenuto illegale o propositi xenofobi e anti-religiosi''.

Una conclusione sostanzialmente diversa rispetto all'allarme lanciato solo due mesi fa nel corso di una mega-conferenza organizzata a Prigi, da dove l'Osce lanciò l'allarme sul fenomeno dell'odio razzista sul web. Allora, a metà giugno, i rappresentanti dell'Organizzazione parlarono di pericolosa deriva a danno di ebrei e musulmani, di avvelenamento degli sforzi di coesistenza multietnica, di alimentazione di rigurgiti nazistoidi.

"L'intolleranza - avvertì il ministro degli Esteri francese Michel Barnier- è avanzata un po' ovunque in Europa grazie a quello strumento straordinario che è Internet. Per le caratteristiche di immediatezza e anonimato, Internet affascina gli ambienti dell'intolleranza". La Francia, uno dei paesi meno lassisti al mondo nella repressione del razzismo e della xenofobia sul web (al punto da mettere sotto processo due anni fa il provider Yahoo per la vendita di cimeli hitleriani su un sito americano), chiese che i 55 paesi dell'organizzazione (tutti quelli europei più Stati Uniti e Canada) adottassero la sua stessa rigida linea di "controllo, regolamentazione e sanzioni" nei confronti di Internet.

Il problema fu, e resta, uno: come conciliare libertà di parola e contenimento del razzismo? Come combattere l'odio nei confronti di ebrei, musulmani e altre minoranze senza offrire alle dittature una buona scusa per ulteriori azioni censorie contro Internet? Agli antipodi della Francia, gli Stati Uniti sostennero che la Rete deve rimanere il più possibile uno spazio fuori della tutela dei governi. "Noi non proibiremo nè limiteremo dei discorsi a causa delle idee che essi veicolano o perchè li disapproviamo", mise in risalto Dan Bryant, funzionario del dipartimento americano della Giustizia, facendosi scudo del primo emendamento della costituzione Usa.

News tratta da Rai.it



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