News: tutti i segreti di Internet

L'acchiappa leggende metropolitane

Condividi:         ale 30 Giugno 04 @ 14:00 pm

Se fate un salto a Eugene, in Oregon, chiedete di Gregg, Gregg Keizer, l'acchiappa leggende metropolitane.
Gregg é un PC mythbuster, un giornalista il cui lavoro consiste nel falsificare le leggende metropolitane che gravitano nell'ambiente dell'alta tecnologia, un moderno illuminista al servizio dei web surfer di tutta la rete.
Gregg è sicuro che il Grande Fratello soffra di miopia.
I cookie, ad esempio, non tracciano ogni tua mossa sul web.

Il cookie usato da Amazon per personalizzare il sito non spia quello che fai quando sei su un altro sito di shopping e quello usato da Doubleclick serve solo a non angosciarti con la solita pubblicità.
La tesi secondo la quale il Governo Americano legga le email di tutti i cittadini è pura leggenda, come confermato dal Direttore Esecutivo del Centro Informazioni per la Privacy Elettronica, Marc Rotemberg, così come quella secondo la quale Saddam Hussein comprò 4000 Playstation 2 per costruire un supercomputer ad uso militare.
Non sapevate di avere un'arma di distruzione di massa in casa?

Gregg Keiser ama affondare il coltello nella piaga della paranoia americana, nella paura di tutti noi verso ciò che non conosciamo e nel nostro bisogno di affidarci a fonti autorevoli o presunte tali.
Non è assolutamente vero, ad esempio, che i magneti distruggano i dati e gli storage. Poteva succedere per i floppy disk, ma per rovinare una memory card servirebbe un magnete talmente potente da succhiare a distanza il ferro dalle nostre cellule.

E che ne dite del divieto di usare i cellulari in aeroplano. È pressocché inutile, poiché non è mai stato dimostrato che il segnale di un cellulare possa interferire con gli strumenti di una cabina di pilotaggio.
I test positivi dell'Autorità per l'Aviazione Civile non sono mai stati effettuati in un vero aeroplano.
L'insegnamento che possiamo trarre dall'acchiappa leggende metropolitane americano è che esiste una enorme differenza tra credere di sapere e sapere per credere e che questa differenza sta nel nostro desiderio assoluto di conoscere.

Articolo tratto da Programmazione.it


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