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Generale: Sergio1983 20 Dicembre 04 @ 00:01 am

7. Watermark e Fingerprint

Vediamo adesso un esempio pratico di cosa nascondere in un'immagine. Prendendo immagini da 24 bit, possiamo imprimere dei "marchi" di due tipi, e più precisamente avremo:Watermark
Fingerprint
I Watermark sono un classico esempio dell'utilizzo di informazioni nascoste in un'immagine. Ma in che cosa consiste, in pratica, un watermark?

Diciamo che con il diffondersi dell'utilizzo di Internet, gli autori di documenti digitali (come possono essere ad esempio le immagini) hanno il problema di impedire che qualcuno si impossessi delle loro opere spacciandole per proprie. Molti autori però vogliono poter distribuire i propri lavori in modo sicuro, sapendo cioè che nessuno potrà mai contestare la paternità dell'opera. I watermark digitali quindi provvedono ad aggiungere delle informazioni dentro il documento in questione in modo tale che, nel caso ne venisse fatta una copia, il legittimo proprietario possa essere univocamente determinato.

Sempre nel caso delle immagini, un modo semplice per creare un watermark può essere quello di creare una seconda immagine che non conterrà altro che il nome del proprietario ripetuto molte volte. Questa tecnica non viene usata quindi per nascondere un messaggio generico, ma piuttosto per occultare informazioni che vogliamo siano presenti nel documento ma che non siano visibili ad un primo impatto.

In definitiva quindi si può definire il watermark come uno o più marchi di copyright nascosti nel contenuto del messaggio.

I Fingerprint invece sono dei marchi separati che vengono inseriti in diverse copie della stessa immagine per distribuirla a persone diverse. L'effetto è una specie di numero seriale: fa sì che il proprietario possa identificare le persone a cui ha distribuito il suo prodotto nel caso esse lo distribuiscano "gratuitamente" a terzi.

Vediamo adesso alcune debolezze dei marchi e quindi alcuni modi che potrebbero essere utilizzati per renderli inutilizzabili.

Una pratica comune è quella di distribuire il watermark per tutta l'immagine, impedendo in questo modo eventuali attacchi basati sul taglio di una sezione dell'immagine di partenza. Più piccolo è il watermark e più è facile che venga manipolato.

Assumiamo quindi che la stego-immagine S sia composta da una parte visibile C e una invisibile E, e quindi S = C + E. Qualsiasi manipolazione a S porterà quindi ad una modifica di C e di E. Gli attacchi ai watermark non saranno per forza dei tentativi che puntano alla rimozione, ma anche più semplicemente a renderli illeggibili. L'attaccante potrà quindi cercare di aggiungere ulteriori marchi all'immagine cercando di coprire quelli esistenti. Ovviamente, se dovessero risultare presenti più di un marchio sulla stessa immagine, avrà la precedenza il più vecchio, essendo stato inserito prima di tutti gli altri.

Per evitare attacchi di questo tipo bisogna ricordarsi ad esempio di inserire watermark dai colori molto contrastanti, in modo da essere sicuri che non possano diventare illeggibili se sottoposti a filtri particolari o a trasformate di vario tipo. Anche la dimensione è importante: non deve essere troppo grande per evitare che se ne possa perdere una parte, e deve essere ripetuta per tutta l'estensione dell'immagine per evitare, come abbiamo già detto sopra, che si possa asportare quella parte di immagine che contiene il marchio.





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