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Generale: Dylan666 20 Dicembre 04 @ 00:01 am

3. La controcultura Hacker

Copyright© 1998 Federica Guerrini

Questa analisi parte dall'ipotesi che gli hacker formino non tanto una sottocultura, quanto invece una controcultura. Il termine "controcultura" (Hebdige 1979: 74) si riferisce a quell'amalgama di culture giovanili alternative tipiche della classe media (per esempio i figli dei fiori, gli hippy e gli yippy), che sisvilupparono negli anni Sessanta e raggiunsero la massima fioritura nel periodo 1967/70. La nozione di "controcultura" si è rivelata più adeguata a definire la comunità degli hacker poiché in quest'ultima si ritrovano, a differenza delle principali sottoculture, numerose caratteristiche tipiche di un' "istanza" controculturale. Ecco allora che la comunità degli hacker presenta la sua opposizione alla cultura dominante in forme dichiaratamente politiche e ideologiche (coscienza politica, coerenza filosofica, manifesti, in sintesti un'etica); mette in opera istituzioni "alternative" (stampa underground, gergo, propri spazi simbolici e fisici); prolunga il periodo di transizione oltre i vent'anni e considera rituali di iniziazione; infine cancella le distinzioni, rigorosamente mantenute nella sottocultura, tra casa, famiglia, scuola, lavoro e tempo libero per creare un'identità simbolica postmoderna inserita nel più ampio underground dell'informatica. Propone, in pratica, una ribellione più articolata, più fiduciosa ed espressa in maniera più diretta rispetto alle sottoculture.

Definendo gli hacker come controcultura, si assume inoltre la definizione allargata di "cultura" data dall'antropologia interpretativa, in particolare da Geertz (1987): una cultura, cioè, non solo fornisce il sistema di standard per percepire, agire e valutare, ma provvede anche identità e ruoli, simboli di interpretazione e discorso per i suoi partecipanti, un'ideologia operazionale che è guida nella routine quotidiana. Per mantenere una cultura sono necessari continui processi, sia individuali sia collettivi, per sostenerne l'identità: le controculture manifestano quindi cultura come reti specializzate di comunicazione, rituali, pratiche comportamentali, forme di espressione e rappresentazione.





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