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Lo spam non è contrastabile

Come rimuovere virus e spyware? Le carte di credito sono davvero sicure in rete? È possibile navigare anonimi? Con quali programmi tutelare la propria privacy? Come proteggere i file importanti? Se volete una risposta a queste e altre domande questo è il luogo giusto!

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Lo spam non è contrastabile

Postdi dado » 23/07/03 11:49

Lo spam non è cpntrastabile. Almeno stando a quanto riportato da un articolo apparso su Tutto Scenze di oggi (supplemento de La Stampa).
Leggo sempre La Stampa, ma devo dire che qs volta mi sembra abbiano scritto tale articolo con i piedi... :mmmh:

House: "Vede, tutti pensano che sia un paziente a causa del bastone"
Wilson: "Allora perchè non indossa un camice bianco come tutti noi?"
House: "Perchè altrimenti pensano che sia un medico".
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Postdi Nicola » 23/07/03 11:56

sposto su abuse&spam penso stia meglio la.. al massimo riportatelo qua :)
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Postdi pjfry » 23/07/03 13:15

:eeh: :eeh: ha ritirato fuori la storia del worm su google??? :aaah
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Postdi Mikizo » 23/07/03 14:01

Vabbè, una marea delle solite ca***te :aaah
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Postdi zello » 23/07/03 21:32

Analisi critica (mia, con opinioni mie, ovviamente):
Tutto questo non servirà a nulla, semplicemente perché contro lo spam non c'è difesa.

Ottima premessa. Costruttiva.
Il worm lavora inviando in rete (non si sa esattamente a chi) il contenuto della vostra cartella "posta in arrivo", con tutti gl'indirizzi dei vostri corrispondenti.

Il problema non è nascondere la propria email. Il problema è fare in modo che l'unica cosa a cui si possono connettere gli spammers sia la 220 Volts.
Non serve l'accordo tra le multinazionali che forniscono servizi di e-mail gratuiti (Yahoo, AOL, Microsoft) per un sistema condiviso di filtri, perché anche il filtraggio a livello di server impegnerà sempre più tempo-macchina, teoricamente fino alla paralisi.

Stupidaggini (mi sono censurato). Il giornalista parla di cose che non conosce. I filtri basati su dnsbl rifiutano la connessione se l'ip è listato, e non si crea praticamente nessun traffico. I filtri per contenuto - dato che per filtrare la mail devono riceverla - invece hanno questi problemi.
Nella pratica, se io sono blacklistato e mi connetto a un server che usa le dnsbls, il risultato è che non riesco neppure a mandare l'helo - mi chiudono immediatamente la connessione.
Un gruppo di spammer residente in Florida, specializzato nell'invio di messaggi pornografici e di acquisto di Viagra, ha chiesto 75 mila dollari di risarcimento alle organizzazioni anti-spam, accusandole di danneggiare la propria attività online. Non si tratta di una provocazione, ma dell'inizio di una guerra legale

Sì, hanno citato Steve Linford, shiksaa, Morely Dotes e altri regulars di inna. Peccato che la cosa si sia già chiusa lì.
, basata su quella libertà di business che nel paese che ha inventato Internet è ancora considerata sacra

Quale parte di "la mia casella di posta è mia proprietà personale" non è chiara al giornalista?
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Postdi dado » 23/07/03 22:21

In fondo all'articolo in questione c'è l'indirizzo email del giornalista. Se qcuno vuole, può mandargli un'email per spiegargli come stanno realmente le cose... :diavolo:

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Re: Lo spam non è contrastabile

Postdi ecasa » 23/03/05 12:15

dado ha scritto:Lo spam non è cpntrastabile. Almeno stando a quanto riportato da un articolo apparso su Tutto Scenze di oggi (supplemento de La Stampa).
Leggo sempre La Stampa, ma devo dire che qs volta mi sembra abbiano scritto tale articolo con i piedi... :mmmh:
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Re: Lo spam non è contrastabile

Postdi ecasa » 23/03/05 12:23

dado ha scritto:Lo spam non è cpntrastabile. Almeno stando a quanto riportato da un articolo apparso su Tutto Scenze di oggi (supplemento de La Stampa).
Leggo sempre La Stampa, ma devo dire che qs volta mi sembra abbiano scritto tale articolo con i piedi... :mmmh:


Riprendo un vecchio post per aggiungere un articolo trovato su katamail tempo fa che dimostra l'enorme business per gli spammers : se c'è chi invia milioni di spam al giorno vedo quasi inesistenti le nostre possibilità di difesa, ciao.

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Lezioni di (anti)spam di Gianpiero Lotito

Credo che non aprirei un UBE neanche se contenesse la garanzia, aprendolo, del quattordicesimo scudetto all´Inter (noi interisti ormai le proviamo tutte...). UBE è l´acronimo di Unsolicited Broadcast E-mail - e-mail non sollecitate "di massa" - e corrisponde a quello che, nel linguaggio comune, è ormai diventato lo "spam" (a proposito di UBE, segnalo questo divertente post nel blog di Vittorio Zambardino). Elimino, tra questo tipo di posta, tutto ciò che arriva, cosa che faccio anche nella casella della posta normale, senza leggerla, per cui mi sono sempre chiesto "a chi giovi" tutto questo, ritenendo che fosse un fenomeno non particolarmente lucroso per chi lo metteva in atto. Mi sono dovuto ricredere, anche se penso che, alla lunga, sia destinato a diventare poco conveniente per chi lo mette in atto grazie alle barriere legali e alle contromisure tecnologiche che stanno nascendo in Rete. Ma anche tutto questo genererà ricavi. Come nel caso dei virus, comunque lo spam genera, ahimè, business, per cui credo che non sia vicinissima la fine di tutto ciò, cosa che Bill Gates ha "promesso" per il 2006.

Hai mai visto una "spam star"?
In un'epoca in cui vomitare spumante in diretta può garantire più passaggi televisivi che aver vinto un Premio Nobel, non c'è da meravigliarsi che il "re degli spammer" diventi, a suo modo, una sorta di divo intervistato da giornali e tv. E' successo ad Alan Ralsky, un signore di quasi sessant'anni, capace di avere sotto controllo 190 server di posta in luoghi diversi della Rete, con una potenza di fuoco di 650.000 mail all'ora ciascuno verso una lista di 250 milioni di indirizzi. Un "king" capace di inviare da solo oltre un miliardo di mail al giorno. E circa 150 persone come lui inviano il 90% dello spam globale. Se si tiene conto che nel 2003 il numero degli UBE ha superato il 50% delle mail globali e che nel 2004 potrebbe arrivare ad avvicinare l'80% (interessando oltre il 50% delle caselle di posta aziendali nel mondo), come rivela uno studio di Gartner Group, ci si rende conto della portata del fenomeno. Intanto, il signor Ralsky, pur tra cause (con Verizon, per aver utilizzato indebitamente i loro server di posta), "vendette" degli utenti della Rete (gli hanno inviato a casa posta “vera” con tassa a carico del destinatario e intasato le caselle personali, oltre a iscriverlo a quasi tutti i cataloghi esistenti in Rete) e contromisure legali e tecniche emergenti, è arrivato a guadagnare 22.000 dollari (oltre quaranta milioni del "vecchio conio" tanto caro a Bonolis) per ogni singolo invio di UBE e ha detto nelle interviste di aver comprato una "casetta" da 740.000 dollari con i proventi dello spam (cercando Alan Ralsky su Google potete trovare anche le presunte foto della "casetta"). Ha anche lasciato ai posteri la frase "Se voi spedite 250 milioni di e-mail, anche uno scoiattolo cieco troverà una noce". Nel paragrafo successivo tradurrò in cifre tutto questo e si capirà meglio cosa voleva dire Ralsky.

La situazione attuale
Nel 2003 Brightmail Probe Network (Brightmail è una delle aziende leader nella tecnologia anti-spam) ha rilevato oltre 7 milioni di singoli "spam attack" al mese in media. Se, come detto per Ralsky, un singolo spammer (in un singolo attacco) può arrivare a inviare 250 milioni di e-mail, facendo i calcoli possono anche venire fuori i numeri di Paperone (ricordate i fantastiliardi e gli zilioni?). Ma la cosa più interessante è il ritorno che danno queste tecniche: lo 0.25 per cento compra il prodotto o dà comunque seguito alla mail. Su una mailing list di 250 milioni di indirizzi vuol dire 625.000 persone che rispondono.
Questo può servire a spiegare perché gli "spam attack" sono raddoppiati dal 2002 al 2003, e perché le punte assolute sono state nei giorni di San Valentino e della Festa della Mamma del 2003, giorni in cui tradizionalmente si comprano regali. C'è anche da dire che in Europa il fenomeno è indietro di sei mesi rispetto all'America, cosa che però vuol dire che stiamo per ritrovarci in una situazione critica come quella fin qui descritta, salvo efficaci contromisure che, comunque, stentano ad arrivare.
E, ancora, lo spam si sta dirigendo verso gli IM, gli Istant Messenger, sempre più usati in Rete. Se poi si aggiunge a questo che, per esempio, durante la Seconda Guerra del Golfo è emerso anche lo "hate spam" (lo spam dell'odio), si comprende che il fenomeno potrebbe prescindere dalla relazione con il denaro che ne ha contraddistinto la nascita e la crescita nella forma attuale di UBE. . . . . . . . . . . .
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