Buongiorno a tutti.
Come molti di voi ho letto (finalmente, aggiungerei!) l'articolo di Raigher riguardo alla nuova bestialità che il decreto legge del 29 aprile ha introdotto.
Riporto qui di sotto il testo della mail di commento che ho spedito all'autore con lo scopo di stimolare una discussione su di un argomento che, nostro malgrado, ci tocca tutti.
Mi farebbe piacere, oltre che leggere i vostri pareri, anche contribuire alla diffusione di una consapevolezza sull'argomento che fino ad ora è mancata a causa dell'ostracismo dimostrato dalla carta stampata e dalla televisione (ampiamente pilotato e voluto dalla stessa SIAE, evidentemente...).
Ecco il mio replay integrale a Raigher:
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Caro Raigher.
Ricevo oggi e leggo la newsletter.
Al punto "TASSE SIAE" mi dico: finalmente hanno deciso di dare spazio alla faccenda!
Io scrissi all'incirca nel settembre scorso denunciando l'assoluta follia dell'allora "bozza di decreto SIAE".
Mi è spiaciuto però constatare che la cosa non ha avuto da nessuna parte il rilievo che meritava.
Forse prendendola per tempo e fornendo alla gente la consapevolezza che una simile manovra stava per essere messa in atto, le ripercussioni su ciascuno di noi avrebbero potuto essere meno pesanti.
Ma veniamo al tuo intervento.
E' fuor di dubbio che chi "inventa "qualcosa" debba godere della sua opera guadagnandoci sopra.
Che si tratti di un medicinale o di un metodo per estrarre il sangue da una rapa o di una canzone non fa differenza.
Quello che magari è discutibile sono i metodi per far valere questi legittimi diritti.
Facciamo alcuni esempi, visto che si parla di musica, sia con un produttore di software che con un pittore.
Sono tutte opere dell'ingegno ed in qualche caso si può parlare persino di arte in senso lato.
Sono quindi direttamente confrontabili.
PREMESSA: gli esempi sotto sono "banalizzazioni estremizzate".
Quasi mai le cose funzionano in modo sempre così lineare.
Allora.
Il pittore dipinge una tela e poi la vende.
Ci ricava quel che gli pare (in fondo il prezzo lo decide lui...) ed è finita lì.
Se questa tela viene rivenduta altre 300 volte, magari decuplicando di prezzo per ogni passaggio, a lui non arriva niente.
Ad esempio Van Gogh pagava coi suoi quadri il ristorante dove mangiava.
Se, invece che un banchino al mercato, vende ad una galleria d'arte, quello che incassa lo percepisce dal gestore della galleria (che poi sarà libero di vendere la tela al prezzo che gli pare).
Il programmatore si inventa e realizza un bel pezzo di software.
Poi trova della gente che ne ha bisogno e glie lo vende.
Quel che guadagna sono fatti suoi, ma salvo rare eccezioni non gli viene pagato un ulteriore prezzo in nessun caso.
Può guadagnare, è vero, con l'assistenza e con gli upgrade, ma gli occorre altro lavoro per avere altro guadagno.
Se il software viene venduto tramite i canali commerciali "indiretti" (distribuzione e poi negozi), all'autore non arriva altro: ha stabilito il prezzo per ciascun pacchetto che lui da al distributore. Cosa quest'ultimo ci faccia non sono più affari suoi.
Perché per il musicista le cose dovrebbero andare diversamente?
In fondo, una volta che ha realizzato un bel brano, basterebbe che, si accordasse con una casa discografica.
Stabiliscono insieme i parametri di massima della collaborazione e definiscono un compenso per l'artista.
Può essere una cifra una tantum come pure un quid per ogni copia venduta dalla casa discografica (le cosiddette "Royalty"), oppure un misto tra i due.
Poi, già che ci sono, concordano una cifra per ogni apparizione in TV, per ogni concerto e magari anche una quota ad hoc per le esecuzioni radiofoniche e per gli usi pubblicitari.
Mi sembrerebbe tutto così semplice...
Cosa c'è di così diverso tra un brano musicale e, che ne so, il logo di una scarpa sportiva?
Dopo la creazione entrambi vengono più volte usati e riprodotti.
Ai session man che suonano per registrare un disco mica vien data una percentuale sulle vendite.
Prendono quanto concordato e chiusa lì.
In cosa sono diversi gli altri?
Il problema è che c'è di mezzo la SIAE.
Se la ragion d'essere dell'istituzione avrebbe forse un senso, col tempo è diventata un carrozzone costosissimo e che ha come unico fine l'alimentare se stessa.
Nonostante sia capace di comminare "contravvenzioni" se al tuo matrimonio il gruppo che suona non gli ha pagato i diritti (diritti? che parola grossa...), i soldi che ricava si guarda bene dal distribuirli su basi chiare e logiche.
Tolte le (altissime) spese di gestione, quel che viene deciso di ripartire lo suddividono sulla base delle classifiche di vendita e non tra tutti gli aventi diritto.
In altri termini: i primi 50 o 100 iscritti su puppano il grosso, e poi via a scalare, fino ad arrivare a ZERO per i medio piccoli.
C'è gente che guadagna miliardi (i vari Dalla, Baglioni, Morandi etc. etc.) ed altri che stentano a cambiare la chitarra perché tolti i soldi dei locali in cui suonano non beccano un ghello.
Ho dato libero sfogo a queste considerazioni per mettere l'accento su di un fatto:
i diritti sono sacrosanti ma non è la SIAE quella che si prodiga per il loro rispetto.
Sono d'accordo che copiare un CD è furto (ed infatti ho sempre comprato roba originale, pagandola anche cara), ma penso anche che la presenza del "terzo incomodo SIAE" abbia contribuito ad aumentare i prezzi senza far aumentare i guadagni degli artisti.
Tornando alla nuova tassa, stabiliamo alcuni punti fermi.
1)
Il recepimento nell'ordinamento Italiano della direttiva UE sui diritti d'autore NON ERA OBBLIGATORIO.
In Finlandia (o Svezia, non ricordo) ed in Spagna non l'hanno fatto.
2)
Una cosa è tutelare i diritti di chi lavora. Altra è tassare indiscriminatamente chi usa determinate attrezzature (videoregistratori, masterizzatori, memorie per fotocamere e lettori MP3 etc. etc.) o supporti (23 cent sui CD-R ma solo fino a 650 MB; 89 cent per i DVD-R, ma solo fino ad una certa capienza; 29 cent per OGNI ORA di capienza di un nastro VHS e via così).
3)
Lo spirito della direttiva era ben diverso e non erano state (purtroppo) definite delle soglie oltre le quali l'equo compenso non sarebbe stato più tale.
Tutela dei diritti non significa multe (o tasse) per tutti.
4)
Trasparenza è un bel termine, ma in questo decreto nessuno ha pensato di applicarlo nemmeno in parte.
NON E' stato fatto obbligo a nessuno di avvertire il Cliente della presenza di una nuova tassa né a chi essa viene pagata.
5)
La tassa sulla tassa è un male tutto Italiano.
Gli importi previsti dal decreto sono applicati all'origine, quindi saranno gravati del 20% di IVA
6)
La SIAE non è un ente impositore ma a nessuno sembra importargli della cosa.
Insomma.
Se si ha la voglia di approfondire un attimo il decreto (sul sito di AF Digitale trovi il testo (http://www.afdigitale.it), si scopre che la tassa non bastona solo il ragazzino che dalla banda larga attinge interi album ma anche il vecchietto che si videoregistra un film che inizia troppo tardi per la sua età.
Sono costi PER TUTTI.
Siamo TUTTI utenti della TV, dei giornali, di altre aziende e della Pubblica Amministrazione.
Perciò, se il mio comune pagherà qualche milione in più per materiale il informatico che usa per erogarmi i servizi, mi chiederà degli altri soldi per far quadrare il bilancio.
Non importa a nessuno che io sia - magari - sordo, e che che la musica nemmeno la possa sentire.
Come si fa a chiamare EQUO questo tipo di imposizione?
La SIAE, dal canto suo, ha già detto che impiegherà i proventi di questa tassa per finanziare campagne contro la pirateria.
D'altra parte come farebbe a sapere chi è più danneggiato dalla pirateria?
Insomma: io che sono onesto vedrò alla TV Pippo Baudo che me la mena di non comprare i CD contraffatti.
Cosa che né io né molti avremmo fatto anche senza che qualcuno ce lo dicesse.
Ed ai "protetti" della SIAE?
Agli Autori ed Esecutori?
Nemmeno una Lira.
Di distribuire "a pioggia" i suoi iscritti non se ne parla nemmeno...
Una cosa siffatta, sarebbe sconcia anche se il denaro fosse andato all'UNICEF.
La carità obbligata diventa odiosa.
E lo stesso sarebbe successo se fosse stato l'erario ad incassare.
Ma almeno in quel caso una pur piccola ricaduta sulla gente comune attraverso i servizi ce la si sarebbe potuta aspettare.
Insomma.
Sono d'accordo con te sul diritto d'Autore ma non sulla tua affermazione che coi CD a 5 Euro la pirateria continuerebbe a proliferare.
Innanzitutto verrebbe meno la grossa attrattiva che il CD contraffatto ha: il costo "onesto" (che paradosso!).
Chiunque, di fronte alla scelta tra avere un prodotto raffazzonato ed uno ben fatto, sceglie il secondo purché la differenza di prezzo non lo faccia venire a patti con la qualità.
E questo vale anche per chi si scarica dalla rete valanghe di canzoni.
Un CD ben fatto, pensatela come volete, suona meglio di un CD masterizzato dagli MP3.
L'etichetta è fatta meglio e comunque non ci si sbatte.
Poi occorre considerare che l'aumento del costo dei supporti vergini porta con sé due fattori devastanti:
- l'aumentata concorrenzialità della pirateria (che compra all'estero e già non paga l'IVA, figuriamoci la SIAE!)
- la considerazione che "se mi fanno pagare perché pensano che io copi, allora tanto vale che copi davvero"
In pratica non c'è un solo bersaglio che sia stato centrato dalla manovra SIAE.
Pirati più aggressivi.
Ed onesti che, sentendosi defraudati, si ribellano come possono.
Sì, Raigher.
Hai ragione a dire che sui forum si leggono cose farneticanti.
Però, dammi retta, quando ti mettono una tassa sul backup del tuo lavoro e ti aumenta il costo della memoria per la fotocamera digitale, la voglia di mandare affancuore la coscienza e masterizzarti l'impossibile ti viene!
Personalmente mi è capitato di scaricare qualche MP3 per capire se valeva la pena di comprare il CD.
Talvolta l'ho comprato e talvolta no.
Quando non l'ho comprato ho anche cancellato il file MP3: se non è di mio gusto, la cosa non dipende dal prezzo.
Quindi non illudiamoci che lo scaricare dalla rete equivalga solo e sempre ad una diminuzione delle vendite.
Ben vengano comunque iniziative come quella di Apple.
Anche io trovo 90 centesimi adeguati ad una canzone che mi piace.
E l'idea di fare un CD di sola musica scelta da te sarebbe vincente anche se costasse il 20% in più di un CD "standard" monotematico.
Le case discografiche, per loro stessa ammissione, hanno aumentato gli incassi del 4% sull'anno precedente.
Come mai tutto questo chiasso sulla pirateria, dunque?
Come lo si spiega questo dato anomalo?
Eppure la banda larga ed il numero di connessioni sale vertiginosamente di mese in mese...
Forse quel 4% averbbe dovuto essere un 35% e sono rimasti delusi.
Poverini!
D'altra parte delle 40.000 Lire che si beccano per ogni CD venduto gli toccherà dare anche una bella MILLELIRE a chi se lo è toldo dal cervello e dalle mani (autori ed esecutori).
Quello che proprio non capisco è questa totale sudditanza dei musicisti verso la SIAE.
E' un ente "obbligatorio" anche se non c'è scritto da nesuna parte ed è gestito da tale gentaglia che pretendono denaro anche per i concerti di beneficienza.
Ma vi rendete conto che chi ci lavora lo fa gratis ma a loro devono esser dati soldi sempre e comunque?
La SIAE, comunque, non guadagna solo sulla musica ma su quasi tutto ciò che si stampa, sull'ingresso a cinema, teatri e concerti, dai locali pubblici che erogano musica nei propri ambienti (non vi fa un po' incazzare sapere di pagare il prosciutto più caro solo perché il salumiere paga i diritti alla SIAE???) e sul software.
Sapete che per distribuire legalmente dei CD dimostrativi GRATUITI, contenenti IL VOSTRO software, dovete metterci il bollino SIAE?
E non aspettatevi che se qualcuno li copia o li esegue la SIAE vi dia dei soldi, naturalmente!
Qual'è, comunque, la cosa peggiore?
Che NESSUNO dia modo alla gente di sapere PERCHE' la videocassetta costa 1 euro più cara (quasi il doppio di prima).
Anche le associazioni dei consumatori, quelle poche che hanno preso una posizione a sfavore della cosa, non fanno nulla per pubblicizzare questa porcheria.
Tra due settimane la gente si stancherà di lamentarsi anche sui forum e tra altre due si dimenticherà della faccenda.
La SIAE vincerà la guerra e tra un paio d'anni (nel decreto è stabilito che l'equo compenso sarà rivisto nel 2005), avrà modo di decuplicarsi gli importi.
Tanto basta stare zitti...
Caro Raigher.
Che pazienza a leggersi 'sto polpettone.
Però, lasciamelo dire, se si fosse dato risalto alla notizia a settembre, quando scrissi la prima volta al WebMaster, un po' più di consapevolezza della cosa non avrebbe certo fatto male.
Ti lascio con un ulteriore spunto.
Nel decreto SIAE si conferma che è legale farsi copie di backup del materiale regolarmente acquistato e solo per uso personale non a scopo di lucro.
Però si dice anche che le protezioni elettroniche (sistemi anticopia) non possono essere legalmente rimosse.
Un bel rebus.
Cosa ne pensi?
Ormai tutti i CD musicali escono protetti.
Anche i videogame continuano imperterriti ad uscire protetti (nonostante da sempre vengano scopiazzati).
Non è strano che invece il software Microsoft si affidi alle semplici licenze cartacee?
Forse, nonostante la durezza delle loro teste, hanno capito che il problema è culturale e che la pirateria la si combatte prima sull'industria del falso e poi sull'utente singolo disonesto.
Stammi bene
Marlon
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Ora attendo solo i Vostri pareri.
Ciaooo
M.