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MAJOR E FINE P2P

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Re: morte del p2p? ma dove....

Postdi pjfry » 09/05/03 17:07

Frengo78 ha scritto:Quanto alla tua idea di far si che il costo sia proporzionale al reddito temo che sia impossibile da fare.

questo mi pare assurdo, ma forse foschia parlava di far uscire diverse edizioni dei cd (e se non ne parlava lei lo dico io :D )... come per i dvd c'è quella da collezione, quella normale, ci sono quelle che danno con i giornali... se facessero un discorso del genere anche con le nuove uscite forse si potrebbe comprare un cd in edizione economica (senza contenuti multimediali, libretti di 20 pagine, scatole di cartone...) ad una decina di euro e poi chi vuole si prende l'edizione + costosa con tutti i cotillons (ma si scriverà così? :undecided: )
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Postdi Frengo78 » 09/05/03 18:06

Gia piu interessante la tua idea pj a patto che l'edizione gold di un cd costi 20 euro e le versioni economiche meno e non il contrario
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Postdi pjfry » 09/05/03 19:56

Frengo78 ha scritto:Gia piu interessante la tua idea pj a patto che l'edizione gold di un cd costi 20 euro e le versioni economiche meno e non il contrario
eh già, con i dvd il trend è proprio il contrario :aaah
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Postdi foschia » 10/05/03 13:43

Allora... forse non mi sono spiegata in modo adeguato.... :-? :(

Secondo me non sarebbe assurdo che le case discografiche cominciassero a fare delle ricerche di mercato, e a vedere quante e quali differenze ci sono tra i consumatori che devono invogliare a spendere....

Credo sia incontestabile che il mercato della musica è molto eterogeneo, soprattutto dal lato dei consumatori, perchè ci sono diverse fasce di utenti di riferimento: persone con un reddito più elevato, una cultura musicale più approfondita, che probabilmente saranno più attente alla qualità del disco che acquistano e disposte a spendere un prezzo maggiore pur di vederla garantita.... queste persone saranno probabilmente meno propense ad utilizzare sistemi di filesharing, in cui cmq circola musica compressa, la cui qualità audio non è mai comparabile a quella di un cd originale...

Esistono invece altre fasce di consumatori che non hanno esattamente gli stessi valori ed ideali, e per motivi diversi saranno più o meno motivati ad utilizzare programmi di filesharing piuttosto che ad acquistare un cd originale....

I motivi possono essere più svariati, e non dipendono solo dal reddito... tante volte è proprio una questione di curiosità nei confronti di un artista, di cui non si conosce nulla, si vuol evitare di acquistare un album che poi magari non piaccia, e allora si scaricano gli mp3 da internet, che sono gratis e se si vuole si possono eliminare. Bisogna poi considerare il fatto che tante volte una persona, pur avendo un reddito disponibile elevato, non è disposta a spendere in musica più di una determinata cifra... altri criteri possono essere l'età, i generi musicali preferiti, la conoscenza musicale dell'individuo, la sua propensione ad espandere tale conoscenza...
C'è poi da considerare un elemento non trascurabile: la formazione di comunità online tra gli utenti dei programmi di filesharing, che è diventata un fenomeno sociale... spesso si utilizzano programmi p2p anche per questo motivo.

(tra parentesi: non è vero che i ragazzi di 14-15 anni non hanno alcun reddito... è vero che non percepiscono reddito da lavoro, ma cmq hanno già del denaro a disposizione fornito dai genitori. Io quando avevo 15 anni è vero che non potevo acquistare più di un cd ogni due mesi... mettevo via i soldi delle paghette settimanali per raggiungere l'obiettivo cd... se i prezzi fossero stati un po' meno elevati, magari sarei stata incentivata a risparmiare di più e ad acquistare un cd al mese invece che uno ogni due mesi... in questo modo ci avrei guadagnato io e, in proporzione, ci avrebbero guadagnato anche loro, perchè cmq il ricarico su due cd sarebbe stato più elevato di quello su un cd solo... ma questo è solo un esempio)

In ogni caso, le ricerche di mercato per avvicinarsi ai consumatori non sono una cosa nuova, vengono fatte regolarmente da più di 30 anni come strumento operativo di marketing.
Secondo me l'errore delle case discografiche è in parte la cecità.... se cominciassero a pensare ad approcci alternativi alle battaglie legali ad oltranza, ed alla guerra agli utenti con metodi più o meno leciti, strumenti che cmq non elimineranno mai il problema alla radice, a guardarsi un po' intorno e vedere come fare a recuperare i loro consumatori, a cogliere le opportunità fornite dal filesharing, che come considerazione estrema potrebbe anche non essere visto come un nemico :eeh: (mi rendo conto che un'impresa discografica dev'essere moooolto di larghe vedute per arrivare a pensare una cosa simile, la mia è un'ipotesi estrema, ma in alcuni casi il fatto di conoscere un maggior numero di generi musicali può essere anche di stimolo ad acquistare più dischi...), riuscirebbero in modo più efficace ad incrementare le loro vendite.

Il discorso dei 20 euro per un cd di britney spears come per un greatest hits dei queen era solo un esempio di marketing che secondo me non viene fatto bene... il discorso dei prezzi sarebbe cmq da vedere in modo più dettagliato, non ho ancora molte conoscenze in materia ma spero di poter approfondire l'argomento....

Però, con il loro atteggiamento conservatore, secondo me le case discografiche si stanno dando comunque la zappa sui piedi, perchè si stanno costruendo una poderosa immagine negativa nei confronti dei loro potenziali acquirenti, che spesso sono anche utenti di programmi di filesharing, e vedono la loro strategia come un forte segno di arroganza commerciale.

Spero di essere stata un pochino più chiara ora... ammetto di essere molto ignorante in materia, io sono solo un'appassionata di musica e programmi di filesharing, studio marketing ma questo non vuol dire nulla... per me l'avvento di napster è stato di grande vantaggio, e devo dire che cmq è stato molto di incentivo per le mie conoscenze musicali, che in questi anni sono aumentate molto. Credo che sia così anche per altre persone.

Vi saluto e vi auguro buon weekend! ciao!
Foschia (la nebbiosa)
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