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Definizione di Formato aperto

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Definizione di Formato aperto

Postdi nonchiedercilaparola » 30/05/06 14:47

Stante la direttiva del 19 dicembre 2003 del MIT un formato può essere definito aperto quando:
per «formato aperto», un formato dei dati reso pubblico e documentato
esaustivamente;


ora come vanno interpretate i termini "reso pubblico"?

1) che le specifiche del formato possono essere accessibili da chiunque?
2) che le specifiche possono essere oltre che accessibili anche modificabili, redistribuibili, usabili senza il pagamento di pesanti royalty?

mentre quello proprietario è definito come:
un formato di dati utilizzato in esclusiva da un soggetto
che potrebbe modificarlo a proprio piacimento


credo che possano benissimo esistere dei formati resi pubblici il cui uso, modifica, redistribuzione sono concessi solo dietro pagamento di royalty. In questo caso, il formato è proprietario o aperto?
la definizione di aperto non dovrebbe essere data sulla base delle libertà fondamentali sancite dai movimenti free and open source software?

può esistere un formato aperto che però resta di proprietà di un singolo soggetto?
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Postdi nonchiedercilaparola » 30/05/06 20:05

Questo è il testo originale della domanda....l'altro me scappato l'invio senza volerlo!!!!
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Postdi patrix966 » 31/05/06 14:41

Ciao..nessun problema..l altro l'abbiamo chiuso..
in realtà però non ho ben capito cosa vorresti sapere.. :oops:
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Re: Definizione di Formato aperto

Postdi Mikizo » 31/05/06 15:37

nonchiedercilaparola ha scritto:può esistere un formato aperto che però resta di proprietà di un singolo soggetto?

in estrema sintesi: si

un formato aperto è un formato di cui è sisponibile la documentazione
un formato chiuso è un formato di cui non è disponibile la documentazione

se fai un programma che può salvare in un formato xyz, e questo è un formatio chiuso, può succedere che domani il formato venga modificato e tu, non potendo accedere alla documentazione, potresti non essere in grado di mantenere la compatibiltà con il formato (questo è solo uno degli esempi possibili)
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Re: Definizione di Formato aperto

Postdi nonchiedercilaparola » 01/06/06 02:30

Mikizo ha scritto:
nonchiedercilaparola ha scritto:può esistere un formato aperto che però resta di proprietà di un singolo soggetto?

in estrema sintesi: si

un formato aperto è un formato di cui è sisponibile la documentazione
un formato chiuso è un formato di cui non è disponibile la documentazione

se fai un programma che può salvare in un formato xyz, e questo è un formatio chiuso, può succedere che domani il formato venga modificato e tu, non potendo accedere alla documentazione, potresti non essere in grado di mantenere la compatibiltà con il formato (questo è solo uno degli esempi possibili)


se un formato può definirsi aperto solo perchè le sue specifiche sono state pubblicate, ciò non è garanzia che esso possa essere usato e implementato, ciò significa quindi che un formato aperto può benissimo essere anceh proprietario.

Quello che vorrei sapere è come va interpretata la direttiva italiana, se il significato di aperto è quello che ho appena riportato, consigliarne l'uso alle amministrazioni non risolve i problemi di interoperabilità ed indipendenza.

Per di più le definizioni di aperto e proprietario della direttiva si sovrappongono nel senso che un formato può essere benissimo aperto ed essere usato in maniera esclusiva nonostante la pubblicazione delle specifiche.
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Postdi Mikizo » 01/06/06 08:57

Probabilmente confondi "formato aperto" con "open source" che sono due cose piuttosto diverse.

La definizione di wikipedia mi pare abbastanza chiara sull'argomento:
http://it.wikipedia.org/wiki/Formato_aperto

La relazione tra i formati aperti e il software open source è spesso fonte di malintesi. Molti software proprietari fanno largo uso di formati aperti, e il software open source può a volte usare formati proprietari. Ad esempio l'HTML, il noto linguaggio di markup per il World Wide Web, è alla base sia di browser proprietari come Microsoft Internet Explorer, sia di browser open source come Mozilla Firefox. Viceversa OpenOffice.org, una suite di programmi per l'automazione di ufficio open source, può manipolare il formato proprietario DOC di Microsoft Word, così come formati aperti come OpenDocument. Infine, alcune aziende hanno pubblicato le specifiche dei loro formati, rendendo possibile l'implementazione di lettori o scrittori per differenti piattaforme da parte di diversi fornitori, come il formato PDF di Adobe, l'RTF di Microsoft o l'SWF di Macromedia. Tuttavia, alcuni formati proprietari sono vincolati da aspecifiche restrizioni che possono proibirne l'implementazione in forma open source (almeno per ciò che riguarda alcune forme di licenza comuni in queasto ambito, come la GNU General Public License).
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Postdi nonchiedercilaparola » 01/06/06 14:27

non pensi che la definizione sia errato o quanto meno imprecisa?

quali requisiti deve avere un formato per essere considerato aperto?
- specifiche pubbliche
- specifiche documentate esaustivamente

Se i requisiti fossero solo questi (come riporta la definizione di wikipedia e la direttiva del MIT) non si può essere sicuri che il formato possa essere implementato su qualsiasi tipologia di software (open o altro) è necessario che la licenza con il formato è distribuito consenta di poterlo usare o modificare o distribuire.
Con un esempio pratico. Io mi invento un formato per file, pubblico le specifiche e tutta la documentazione ma impongo che questo formato non possa essere usato da nessuno eccetto che da me. in questo caso secondo la definizione del wiki il formato sarebbe aperto ma di fatto nessuno lo può legalmente usare.

il termine aperto dovrebbe essere interpretato alla stessa maniera del software, un software sarà open se garantisce le quattro libertà fondamentali ergo un formato sarà open se garantisce le quattro libertà fondamentali.
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Postdi Mikizo » 02/06/06 16:35

nonchiedercilaparola ha scritto:non pensi che la definizione sia errato o quanto meno imprecisa?

quali requisiti deve avere un formato per essere considerato aperto?
- specifiche pubbliche
- specifiche documentate esaustivamente

Se i requisiti fossero solo questi (come riporta la definizione di wikipedia e la direttiva del MIT) non si può essere sicuri che il formato possa essere implementato su qualsiasi tipologia di software (open o altro) è necessario che la licenza con il formato è distribuito consenta di poterlo usare o modificare o distribuire.

Una definizione è una definizione.
Se la definizione è quella, allora il significato è quello e solo quello, non deve per forza contenere cose che tu sei convinto dovrebbe contenere!

nonchiedercilaparola ha scritto:Con un esempio pratico. Io mi invento un formato per file, pubblico le specifiche e tutta la documentazione ma impongo che questo formato non possa essere usato da nessuno eccetto che da me. in questo caso secondo la definizione del wiki il formato sarebbe aperto ma di fatto nessuno lo può legalmente usare.

L'esempio è traballante, per due motivi:
1. se pubblichi la documentazione allora (per definizione) il formato è aperto (a prescindere dai significati accessori)
2. credo che tu possa richiedere un pagamento per l'implementazione, ma non proibirla (altrimenti, tra l'altro, perchè creare un formato? e perchè pubblicare la documentazione, se non vuoi farlo utilizzare a nessuno?)

nonchiedercilaparola ha scritto:il termine aperto dovrebbe essere interpretato alla stessa maniera del software, un software sarà open se garantisce le quattro libertà fondamentali ergo un formato sarà open se garantisce le quattro libertà fondamentali.

Questa è solo una tua opinione, di cui capisco l'origine, ma che non coincide con l'utilizzo che si fa del termine.
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Postdi nonchiedercilaparola » 02/06/06 17:44

L'esempio è traballante, per due motivi:
1. se pubblichi la documentazione allora (per definizione) il formato è aperto (a prescindere dai significati accessori)
2. credo che tu possa richiedere un pagamento per l'implementazione, ma non proibirla (altrimenti, tra l'altro, perchè creare un formato? e perchè pubblicare la documentazione, se non vuoi farlo utilizzare a nessuno?)


se pubblico il formato per definizione il formato sarà aperto, ma per definizione non significa che do il diritto agli altri di usare il formato. Se la definizione comprendesse il requisito dell'usabilità o altri allora per definizione si potrebbe dire che il formato essendo aperto mi garantisce di poterlo usare o implementare o altro.
il secondo punto poi è una questione soggettiva, se io mi creo un formato e pubblico le specifiche e ne vieto l'uso, è una mia libertà a prescindere se sia sciocco o meno farlo. §
Queste deduzioni le ho fatte, perchè anch'io prima pensavo che la definizione di aperto fosse esaustiva ma poi leggendo questo documento (par 3):

http://alfonsofuggetta.org/mambo/images ... enness.pdf


vedo la possibilità dell'esistenza di formati proprietari aperti che rispettano i requisiti della definizione della direttiva ma che però non possono essere usati o possono esserlo dietro pagamento di roaylty oppure illegalmente.
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Postdi klizya » 04/06/06 19:59

Non tutti i formati aperti sono legalmente implementabili. Ci sono casi in cui si può decidere di mettere a disposizione il proprio lavoro compreso del codice sorgente perchè sia visibile (un caso può essere quello del software che si usa per le elezioni) e rimanerne legittimi proprietari. Il copyright si estende in quel caso anche al sorgente, per cui se uno lo modifica o lo implementa senza l'autorizzazione del proprietario commette un reato.
Questo è un pò "fuori" dalla concezione di formato aperto per come viene propriamente inteso ma è pur vero che non è tutto gratuito e a disposizione di tutti.
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Postdi nonchiedercilaparola » 05/06/06 00:39

klizya ha scritto:Non tutti i formati aperti sono legalmente implementabili. Ci sono casi in cui si può decidere di mettere a disposizione il proprio lavoro compreso del codice sorgente perchè sia visibile (un caso può essere quello del software che si usa per le elezioni) e rimanerne legittimi proprietari. Il copyright si estende in quel caso anche al sorgente, per cui se uno lo modifica o lo implementa senza l'autorizzazione del proprietario commette un reato.
Questo è un pò "fuori" dalla concezione di formato aperto per come viene propriamente inteso ma è pur vero che non è tutto gratuito e a disposizione di tutti.


Quindi è lecito affermare come, per garantire la piena interoperabilità, indipendenza, persistenza dei tati un formato oltre che aperto deve essere anche libero ossia deve garantire le quattro libertà fondamentali (comuni al FOSS) a prezzi minimi o essenziali.

Si può anche concludere che il termine open per quanto rigurada i formati non è quindi in linea con quello del software open source (compreso il free software)

Se così è non riesco a caperi il perchè dell'incompletezza della definizione della direttiva.
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Postdi disgrazia » 05/06/06 01:05

nonchiedercilaparola ha scritto:Si può anche concludere che il termine open per quanto rigurada i formati non è quindi in linea con quello del software open source (compreso il free software)


Io direi di no, non a caso esiste una distinzione (per quanto cavillosa e spesso ignorata) tra Free Software e Open Source Software: il primo pone l'accento sulla libertà di uso, modifica e ridistribuzione, il secondo pone più l'accento sulla modalità di sviluppo. A me sembra che la definizione di formato aperto sia perfettamente in linea con questa distinzione.
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Postdi klizya » 05/06/06 06:13

Tuttavia non tutto l'Open Souce è gratuito.
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Postdi nonchiedercilaparola » 06/06/06 01:28

disgrazia ha scritto:
nonchiedercilaparola ha scritto:Si può anche concludere che il termine open per quanto rigurada i formati non è quindi in linea con quello del software open source (compreso il free software)


Io direi di no, non a caso esiste una distinzione (per quanto cavillosa e spesso ignorata) tra Free Software e Open Source Software: il primo pone l'accento sulla libertà di uso, modifica e ridistribuzione, il secondo pone più l'accento sulla modalità di sviluppo. A me sembra che la definizione di formato aperto sia perfettamente in linea con questa distinzione.


Se si legge la licenza gpl e l'Open Source Definition, si noterà che le libertà che il software deve garantire sono le stesse e che la distinzione tra open e free è più sul piano concettuale che su quello pratico. La definizione di formato aperto data dalla direttiva mit, anche alla luce della open source definition, è incompleta in quanto non garantisce la possibilità di poter mettere le mani (implementare, modificare o quant'altro) sul formato dichiarato aperto dalla direttiva.
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Postdi nonchiedercilaparola » 06/06/06 01:33

klizya ha scritto:Tuttavia non tutto l'Open Souce è gratuito.


Scusate se riposto ancora ma il concetto di gratuità deve essere estraneo sia al free che al mondo Open Source, in quanto nulla mi vieta di vendere a svariati millioni di euro un mio programma sotto licenza GPL.

Quello che voglio dire e che bisogna stare attenti a non confondere il concetto di "proprietario" con quello di "commerciale" anche un software con licenza gpl può essere commerciale ovvero se io mi invento un programma e lo tutelo con la gpl e inizio a distribuirlo ad un prezzo di 1000 euro quel programma da me venduto è un software free commerciale. Poi chi ne verrà in possesso potrà a sua volta decidere in tutta legalità, se regalarlo redistribuirlo o quant'altro senza darmi una lira.
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