Ho di recente riassemblato un PC da lasciare sempre acceso come "fileserver" della rete domestica (parola grossa, 3 PC in tutto).
Lo stesso è basato su una m/b Gigabyte GA-7DX e un processore AMD K7 1333Mhz di prima generazione (A1333AMS3C), video Matrox Millennium G400 AGP, 1 lettore CD, 1 harddisk 80Gb (a breve 2). So che no è un granché, ma quello avevo disponibile. Per diverse settimane il PC ha lavorato (sempre acceso) senza problemi con temperature interne di 35-38°C e CPU di 70-75°C (mi sembrano accettabili dato il processore).
Poi una sera mentre ero lì davanti (per fortuna!) sento rumore e odore di bruciato e, preso dal panico, stacco corrente: penso di aver bruciato l'alimentatore, che è un po' sottodimensionato.
Dopo un giorno, ad un controllo tutto sembra ok, quindi decido di riaccendere il PC: si riavvia, fa lo scandisk e parte. Buttando un occhio al monitor della temperatura vedo CPU 100°C!!! Arresto la sessione correttamente (sarà stato acceso non più di due minuti) e ora sto pensando al da farsi.
Secondo voi ho fritto qualcosa? E soprattutto, dato l'impiego descritto, può bastare l'adozione di un dissipatore CPU un po' più robusto e di un alimentatore più potente per mantenerlo su temperature umane?
Pensavo a qualcosa di questo tipo:
Dissipatore Coolermaster Jet7 Acb-V83 In Alluminio[/url]
Alimentatore dual-fan da 300W, tipo Takei Pw300w2f
Eventuale ventola aggiuntiva case tachimetrica posteriore in estrazione d'aria
Grazie degli eventuali pareri.
EDIT: dimenticavo, non ho tentato alcun tipo di overclocking.