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privacy delle email

Come rimuovere virus e spyware? Le carte di credito sono davvero sicure in rete? È possibile navigare anonimi? Con quali programmi tutelare la propria privacy? Come proteggere i file importanti? Se volete una risposta a queste e altre domande questo è il luogo giusto!

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Postdi dado » 22/07/02 18:18

Ritornando ad un vecchio discorso...

** TI LEGGO L'EMAIL E TI LICENZIO **
Per un Giudice delle Indagini Preliminari di Milano e' legittimo
e lecito che un datore di lavoro possa entrare nella casella di
posta elettronica di un dipendente e leggerne i contenuti. Questa
e' la sentenza rispetto al caso di una dipendente licenziata
perche', durante un'assenza per ferie, il datore di lavoro aveva
trovato nella sua e-mail aziendale messaggi riguardanti progetti
estranei alla societa'. Una sentenza discutibile che
legittimerebbe la lesione di piu' di un diritto individuale.
[Pubblicato su zeusnews.it il 1-6-2002]
>> di Pier Luigi Tolardo
http://zeusnews.it/news.php3?cod=1246

House: "Vede, tutti pensano che sia un paziente a causa del bastone"
Wilson: "Allora perchè non indossa un camice bianco come tutti noi?"
House: "Perchè altrimenti pensano che sia un medico".
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Postdi Nicola » 22/07/02 20:22

Ma io ho sempre saputo che x privacy non potevano usare prove informatiche tipo email e cache del proxy aziendale !!!
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Postdi BrSys » 22/07/02 21:48

Avevo letto tempo fa della notizia,
io non la trovo particolarmente scandalosa questa sentenza:

"il datore di lavoro ha diritto ad entrare nella casella di posta elettronica in uso al lavoratore e di leggere i messaggi in entrata e in uscita, dopo averne lecitamente acquisito la password, che ha come esclusiva finalita' non quella di proteggere la segretezza dei dati personali contenuti negli strumenti a disposizione del singolo lavoratore, bensi' solo quella di imedire che ai predetti strumenti possano accedere persone estranee alla societa'".

Secondo il giudice "l'uso della e-mail costtuisce un semplice strumento aziendale a disposizione dell'utente-lavoratore, al solo fine di consentire al medesimo di svolgere la propria funzione aziendale".

Secondo me è come se l'elettricista controllasse come tiene la borsa dei ferri il suo operaio. Non ci vedo nulla di male. L'indirizzo aziendale va usato per comunicazioni strettamente legate al lavoro... vi fareste mandare lettere cartacee dalla vostra ragazza o incartamenti relativi a progetti da seguire per altre ditte sul posto di lavoro? Penso proprio di no!
La stessa cosa deve valere per la mail!

Secondo me, con la propria mail personale si può fare quello che si vuole, con quella aziendale no. Con la tua macchina vai dove ti pare, con la macchina aziendale eviti di fare consegna pizze a domicilio per la pizzeria sotto casa (a meno che non devi portare le pizze ai colleghi :D )!!
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Postdi kadosh » 22/07/02 23:49

In materia legale non posso esprimermi quindi la mia opinione è strettamente tecnica: sono perfettamente d'accordo con il datore di lavoro, sempre che esiste il plausibile sospetto che l'attività della propria azienda venga messa a rischio in qualche modo o ne vengano resi pubblici dati protetti. L'uso cmq dovrebbe essere strettamente necessario e limitato alla mail creata nell'azienda ed usata per scopi lavorativi.
D'altronde non ci dovrebbe essere nulla da nascondere in questa mail box ed in più, nella amggior parte di contratti è scritto che i segreti o particolari tecnici dell'azienda per cui si lavora non devono essere divulgati a terzi per un tempo non inferiore a 5 anni mi pare...il resto va da solo. :eeh:
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Postdi zello » 23/07/02 07:28

Non saprei. Il diritto alla segretezza della corrispondenza è un diritto costituzionale, se ricordo bene, e può essere violato solo dall'autorità di Pubblica Sicurezza previa autorizzazione della Magistratura.

Che non si voglia poi dare la caratteristica di corrispondenza alle mails mi pare una forzatura, ma può essere che qualche magistrato non preparatissimo la pensi così.

... vi fareste mandare lettere cartacee dalla vostra ragazza o incartamenti relativi a progetti da seguire per altre ditte sul posto di lavoro?


No, non me le farei mandare. Però, se sono indirizzate a zello c/o posto di lavoro, e qualcuno le apre, io posso denunciarlo. Se sono indirizzate a posto di lavoro, c.a. zello, beh, allora se ne può parlare.

Solo la mia opinione, e non sono un giudice (né ho una laurea in legge)

--
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Postdi piercing » 23/07/02 10:38

io credo che la questione sia molto semplice...

se l'email era aziendale... e come tale "mezzo" aziendale la sentenza mi sembra plausibile...

se l'email era personale allora parrebbe del tutto un illecito...

(io ritengo si parli del primo caso... e di sufficiente "imbecillità" della persona che ha utilizzato quel mezzo di scambio informazioni)

Il problema comunque rimane... ed è sempre lo stesso... fino a dove è lecito che si arrivi? Come sempre in totale vacanza di legge si rimanda alle sentenze che troppo spesso non hanno un indirizzo unico...
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Postdi BianConiglio » 25/07/02 03:50

La soluzione sarebbe semplice se, in accordo con il capo, si creasse una mail SOLO per lavoro, senza reindirizzamenti a mail precedenti.

Lavorando avrei così una mail SOLO per lavoro che il capo, avendo sospetti ecc..potrà controllare come e quando gli pare, e tutte le mail private che voglio..e me le leggo durante le pause.

Effettivamente se mi guardo donnine nude o leggo barzellette non chè spam forward inutili e cazzatine varie mentre lavoro, NON STO LAVORANDO.
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Postdi xiotecutli » 25/07/02 13:17

... mah ... mi sento sempre un po' coinvolto su questo genere di discussioni ... gia' avevo posto il problema qualche mese fa http://www.pc-facile.com/phpBB/viewtopic.php?t=2840 ... ampiamente dibattuto e lasciato in stasi in quanto non riconducibile ad una soluzione che non sia solo soggettiva ...
Effettivamente se mi guardo donnine nude o leggo barzellette non chè spam forward inutili e cazzatine varie mentre lavoro, NON STO LAVORANDO.

E' verissimo BianConiglio ma ... dopo due ore di lavoro continuato, di quanto si abbassa la tua capacita' di attenzione ? E dopo sei ore di telefonate, di terminale e di palle continue ... hai ancora qualche neurone disposto a collaborare ??? ;)
La soluzione sono le PAUSE ... che pero' nessun datore di lavoro e' disposto a tollerare ...
Se non sei impegnato in una attivita' produttiva STRETTAMENTE legata al contesto aziendale vuole dire che non stai facendo un ... bel niente (eufemismo) e sarai punito. :evil:
Invece e' dimostrato che una pausa di dieci minuti (anche a legger cazzatine ... perche' no ? :P )aiuta a ricaricare le batterie e a ripartire alla grande ... questo fa bene a me ma soprattutto fa bene all'azienda.
Peccato che questo semplice ragionamento non sia quasi mai condiviso dai "capi" ... (ma peccato anche che ci sia chi ne approfitta della buona fede dell'azienda) ... un sepente che si morde la coda insomma :-?

Ultima considerazione : datemi una definizione di "lavoro".
Se per esempio leggo i forum di pc-facile, posso dire che sto ampliando la mia conoscenza informatica che mettero' a disposizione (anche) dell'azienda ... oppure, visto che il mio ruolo non e' nel CED aziendale, non me ne deve fregare assolutamente di sw hd ram so bug ecc... ecc... (e quindi per questo post saro' frustigato in sala mensa alla Fantozzi :) )
Buone cose a tutti ;)
Xio
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Postdi BrSys » 25/07/02 16:36

Posto un commento trovato su internet tempo fa, non ricordo più dove purtroppo, ma lo avevo conservato perchè lo trovavo "brillante" ed ora mi pare sia in tema con il post:


"Internet è molto utile per lavorare, ma quando c'è poco lavoro diventa una
manna.
Una occhiata alla rassegna stampa interna. Qualche notizia di cronaca e
politica aggiornata.
Le vignette pubblicate dai quotidiani per sorridere un po'. Una ricerca su
quella questione tecnica che non abbiamo ancora avuto occasione di
approfondire.
Un po' di interazione via email e, insomma, la giornata passa e la
sensazione di aver perso tempo si attenua.
In alcune aziende però la rete genera diffidenza. Considerandone il solo
aspetto ludico, è infatti ovvio che l'uso massiccio di internet possa
provocare un rallentamento generalizzato delle attività.
Allora si può studiare una qualche forma di limitazione degli accessi.
Soluzione tanto più efficace quanto più rende di fatto la rete inutile sia
per lavorare che per passare il tempo.
Il problema viene raramente affrontato alla radice: se si ha da lavorare, se
il clima aziendale sensibilizza al risultato, è difficile che uno sottragga
tempo al proprio lavoro per giocare.
Ma questa è una strada difficile. E' più semplice proibire che
responsabilizzare.
E non se ne parli più."

Bye, Gabriele
BrSys
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Postdi piercing » 25/07/02 21:29

Io dico solo una cosa....

se fossero tutti responsabili come voi questi problemi non ci sarebbero...

il fatto è che non è così... e credo che prendere le cose nella fattispecie generiche può solo far discutere a vuoto le persone....

bisognerebbe capire che cosa ha fatto la persona e conoscere il caso specifico (e soprattutto non stare a sentire le infinite leggende metropolitane!!)

i giudici e i tribunali dovrebbere essere fatti per questo! e forse se hanno optato per una soluzione del genere ce ne era motivo... anche perchè raramente si sentono sentenze a favore di un datore di lavoro... comunemente visto dalla legge come uno sfruttatore (seguendo concetti pre rivoluzione industriale...)...

vabbè.... mi fermo che sennò vado a finire in politica... :-?
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Postdi BianConiglio » 25/07/02 22:15

piercing ha scritto:mi fermo che sennò vado a finire in politica... :-?


Anarchia, libera nos a malo.
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Postdi BrSys » 26/07/02 07:28

>bisognerebbe capire che cosa ha fatto la persona e conoscere il caso specifico

Se guardi il link indicato da dado queste informazioni sono presenti:

"Questa e' la sentenza rispetto al caso di una dipendente licenziata perche', durante un'assenza per ferie, il datore di lavoro aveva trovato nella sua e-mail aziendale messaggi riguardanti progetti estranei alla societa'."

Credo che nessuno possa contestare una senteza del genere. La tipa in pratica durante l'orario di lavoro faceva lavori per altre ditte utilizzando per dì più la mail del lavoro!!

Quello di cui si discuteva è la conseguenza di questa sentenza che è la seguente:

"il datore di lavoro ha diritto ad entrare nella casella di posta elettronica in uso al lavoratore e di leggere i messaggi in entrata e in uscita, dopo averne lecitamente acquisito la password, che ha come esclusiva finalita' non quella di proteggere la segretezza dei dati personali contenuti negli strumenti a disposizione del singolo lavoratore, bensi' solo quella di imedire che ai predetti strumenti possano accedere persone estranee alla societa'".
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Postdi xiotecutli » 26/07/02 13:01

"il datore di lavoro ha diritto ad entrare nella casella di posta elettronica in uso al lavoratore e di leggere i messaggi in entrata e in uscita, dopo averne lecitamente acquisito la password, ...


Il dramma e' che secondo i sindacati (figuriamoci !!!) il datore di lavoro ha il diritto di frugare OVUNQUE vi sia una dotazione fornita dall'azienda ...
Quindi cassetti ... armadi ... cartelle ... pc ... e perche' no anche nelle tute e nei camici da lavoro ... o nell' auto aziendale ...
Insomma ... non ci mettono ancora le mani addosso (magari per una umiliante esplorazione col mitico "guantino" :( ) ma sono sicuro che qualcuno sta studiando un cavillo legale per farlo ... mah ... :-?

Ma questa è una strada difficile. E' più semplice proibire che
responsabilizzare.


Illuminante BrSys ... almeno per me ;)

Buone cose a tutti
Xio
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