di Mikizo » 25/05/04 15:17
La chiarezza di ciò che dice Dylan mi pare assoluta, anche se mi rendo conto che chi non è avvezzo ad interpretare le leggi può conservare dei dubbi.
Per chi ne conservasse, cerco di spiegarmi in modo accessibile:
1) Non c'è mai stato dubbio se scaricare e/o utilizzare materiale coperto da copyright fosse illecito. Lo è sempre stato e lo è tuttora. La legge Urbani non cambia niente da questo punto di vista.
2) La legge Urbani introduce però delle nuove sanzioni, e le introduce sia per chi "trae profitto" dal download sia per chi agisce "a scopo di lucro".
Le due definizioni sono codificate legalmente e hanno significati ben diversi (e già chiariti, credo)
I problemi principali riscontrati in questa legge sono due:
- a) appare insensato applicare le stesse sanzioni a chi (ad esempio) vende CD contraffatti come a chi scarica solo un mp3. Il concetto mi pare naturale; nel primo caso c'è un'attività criminosa con guadagno economico, che va a diretto discapito dell'industria discografica; nel secondo non c'è ne' un furto ne' un vero e proprio risparmio, per quanto si voglia cavillare, bisognerebbe infatti dimostrare che si sarebbe acquistato l'originale. Si fa troppa confusione ad esempio tra un DVD originale ed un .avi scaricato. Sfido qualsiasi appassionato di cinema ad accontentarsi del .avi scaricato, pieno di difetti e di pessima qualità.
- b) le sanzioni appaiono eccessive nel caso di chi scarica materiale protetto: ci sono forti multe, il carcere e la confisca (non il sequestro, attenzione) del pc. Di gran lunga più di quanto sembrerebbe logico.
3) Altre norme (incluse in questa legge o in altre, per così dire, parallele) complicano ancora di più il quadro: ad esempio il famoso "bollino" da aggiungere ai file che si vuole distribuire gratuitamente (una stupidaggine tutta italiana che renderebbe illegale il download di tutto ciò che è stato messo in rete non in Italia); e l'obbligo per i siti dell'invio del loro contenuto alla Biblioteca centrale (un'altra cosa priva di senso, come è evidente a chiunque gestisca un sito, per definizione una cosa in perenne mutazione).
Fin qui le (ovvie) critiche all'operato in Parlamento.
Ciò su cui mi trovo in disaccordo con la maggior parte dei commenti che vedo in giro è la focalizzazione della questione: il problema sta naturalmente nel testo della legge, e nelle sue aberrazioni in materia di sanzioni, non in un presunto, leso "diritto" a scaricare ogni cosa. La pirateria, per quanto possa avere degli aspetti nobili e sui quali si può discutere per una vita, è naturalmente -per sua stessa definizione - una attività che si pone al di fuori della legge. Per quanto tutti noi (più o meno) trioviamo normale, in genere, procurarci un brano o un video o un software tramite il p2p, e forse sappiamo che mai e poi mai lo avremmo acquistato, e ci sentiamo magari "moralmente" a posto con la coscienza; ciò nonostante è ovvio che per la legge queste attività siano illecite.
Ciò che non è normale è che la legge punisca così duramente attività che hanno un basso margine di - sia sociale sia, almeno secondo le più serie interpretazioni, economico - con sanzioni degne di miglior causa, e tutto questo solo per accontentare un paio di lobby economiche (SIAE e compagnie discografiche).
L'idea dello sciopero, che altrove ho criticato (e spero che qui non si scatenino altri flame), in parte coglie un aspetto importante: cerca cioè di colpire sul vivo altri poteri economici; nella fattispecie, i provider italiani che marciano non poco sul p2p per vendere contratti ADSL e fibra.
Quello che però non mi spiego è come uno scioperino di 24 ore, e che coinvolge minima parte del traffico della rete (ossia solo chi si connette a consumo) possa raggiungere lo scopo.
Le leggi sbagliate si combattono anche in molti altri modi: con manifestazioni di piazza, in parlamento, o in ultima analisi cercando anche di colpire i provider, ma in modo più efficace.