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Guadagni di un sito

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Guadagni di un sito

Postdi Nemok » 10/09/02 13:28

Scusate ma vorrei sapere da qualcuno che lavora specificatamente nel settore quali sono le effettive fonti di guadagno di un sito.
Oltre a banner con pubblicità varie,patnership e cose del genere cosa è che porta a non andare in rosso (tra spese di dominio,hosting ecc..).
Ovviamente non intendo siti che pubblicizzano un'attività,lì i guadagni arrivano da ritorni di immagine e simili.Intendo un sito che non vende nulla,uno dei tanti portali che si beccano in giro.....(perchè no,anche pc-facile!)

Qualcuno saprebbe anche quantificare tali guadagni (per diverse tipologie di sito)?
Nel 1968 la potenza operativa di 2 C-64 hanno portato un razzo sulla luna. Oggi la potenza operativa di un Athlon 4000+ viene usata per far girare Windows XP....Qualcosa deve essere andato storto....
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Postdi dado » 10/09/02 18:07

Domanda da girare al WM... :D

House: "Vede, tutti pensano che sia un paziente a causa del bastone"
Wilson: "Allora perchè non indossa un camice bianco come tutti noi?"
House: "Perchè altrimenti pensano che sia un medico".
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Postdi Triumph Of Steel » 10/09/02 19:04

Chi ha detto poi che un sito debba guadagnare per forza??
se uno se lo può permettere, lo tiene... 8) :lol:
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Postdi Nemok » 10/09/02 19:26

Triumph Of Steel ha scritto:Chi ha detto poi che un sito debba guadagnare per forza??
se uno se lo può permettere, lo tiene... 8) :lol:


Ok ma non credo che tutti i siti siano tenuti su da appassionati o gruppi di smanettoni.Dietro alcuni si nasconde un grande staff,per questo mi chiedevo dove ci fossero i guadagni....

Un portale tipo yahoo,virgilio ecc.. offrono parecchi servizi,quindi spendono molte risorse informatiche,hanno parecchio personale che lavora "dietro le quinte"......qualcosa qualcuno se lo metterà in tasca....boh! :-?
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Postdi Frengo78 » 10/09/02 21:19

Tolti i siti che reclamizzano prodotti (software hardware e non), tolti i siti ufficiali di aziende che hanno col web un ritorno di immagine, tolti i siti che hanno alle spalle una piccola o grossa società e offre, informazione o servizi o ecommerce o altro su web, tolti i siti "personali" e amatoriali che sono ospitati su spazi web gratuiti e realizzati nei ritagli di tempo e che arricchiscono solo i circuiti di scambio di banner, tolti i siti pornografici e quelli che guadagnano con i dialer... Cosa rimane? Poco o nulla a mio parere
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Postdi BianConiglio » 10/09/02 23:12

Un portale tipo yahoo,virgilio ha migliaia e migliaia e migliaia e migliaia di visite al giorno.. da quei piccoli banner che scorono guadagnano migliaia e migliaia e migliaia di €
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Postdi Frengo78 » 10/09/02 23:24

BianConiglio ha scritto:Un portale tipo yahoo,virgilio ha migliaia e migliaia e migliaia e migliaia di visite al giorno.. da quei piccoli banner che scorono guadagnano migliaia e migliaia e migliaia di €


perche quei piccoli bannerini che vedi li rivendono ai prezzi che decidono loro!

Un po' come i giornali. Avere la pubblicità accanto alla testata del quotidiano costa!
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Postdi BianConiglio » 10/09/02 23:28

e che male c'è ?

cmq vi ricordo che secondo la legge, i guadagni derivanti da un sito vanno dichiarati nella dichiarazione dei redditi.... 8)
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Postdi Frengo78 » 10/09/02 23:57

Era un aggiunta a quello che avevi detto la mia.

Ma se io anziche guadagnarci ci rimetto posso detrarre dalle tasse qualcosina? :lol:
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Postdi piercing » 11/09/02 01:02

certo che puoi detrarli frengo...

comunque... tutto è molto relativo in questo campo...

i costi di gestione di un sito personale ritengo comunque siano bassissimi...

la sola pubblicità non paga quasi mai, a meno di un numero di accessi piuttosto elevato (parliamo di almeno diecimila al giorno)... (non conosco le odierne politiche di scambio banner se portino ad eventuali benenfici reali....), quello che in genere paga sono i servizi forniti, motivi per i quali un sito di semplice divulgazione non porta praticamente mai soldini in tasca...

wm.. fatti sentire... ;)
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Postdi webmaster » 11/09/02 01:22

allora, faccio una piccola premessa: per me un e-commerce puro si manifesta laddove il cliente acquista il prodotto o il servizio tramite il web. se il cliente vede il prodotto via web, ha la possibilità di acquistarlo, ma decide di andare ad un punto vendita per poter toccare il prodotto e aquistarlo, questo non è più e-commerce ma internet diventa un semplice canale pubblicitario.

:?: detto questo cominciamo col creare due macro categorie:
1. siti per cui internet è solo un canale, ma per cui il vero business avviene offline. eg advertising agencies (matrix.it, adsolutions.it...), società che costruiscono siti (inferentia.it, webegg.it...), siti istituzionali (philipmorris.com...), siti per fare branding (millerbrewing.com, fiat.it...)
come potete notare tutti questi siti non profittano in modo economico diretto dalla loro presenza su internet. al contrario la presenza serve loro per portare nuova clientela al loro business istituzionale, o per fare comunicazione con i propri soci.
matrix (società che gestisce la pubblicità in esclusiva per virgilio) non guadagna "via internet" ma semplicemente eroga il proprio servizio via web. i clienti passano in ufficio, telefonano, pianificano campagne e si accordano su tariffe.

2. e-commerce nati col web con lo scopo di poter profittare economicamente in modo diretto dalla presenza su internet. eg qui possiamo trovare molti esempi: virgilio.it, amazon.com, chl.it, yahoo.com...

nel nostro caso considereremo soltanto i siti appartententi alla seconda categoria.
bene, possiamo anche qui semplificare i modelli di business in due soli:
:arrow: chi viene pagato Euro 0,000x a persona che visita il sito
:arrow: chi viene pagato per erogare un servizio o vendere un prodotto
in teoria esiste anche un terzo modello, il modello misto, cioè una combinazione dei due modelli elencati; modello a cui parecchi siti si stanno avvicinando

:!: nel primo caso le entrate derivano dalla pubblicità (siti come !pc-facile.com) ospitata sulle proprie pagine, e qui ci aggiriamo seriamente attorno ai Euro 0,x ogni mille impressions (cioè ogni 1000 banner esposti).
facciamo un rapido calcolo:
Codice: Seleziona tutto
ipotizzando 10,000 pagine viste al giorno (cifra ragguardevole per un sito 'piccolo' se costante) pagate Euro 0,1 ogni 1000 impressions ci danno
0,1 x 10 = Euro 1
in un mese quindi porteremmo a casa
1 x 30 = Euro 30

questo modello diventa quindi percorribile solo se si hanno dei numero di granlunga superiori.
in alternativa, siti come viriglio.it e tiscali.it hanno la possibilità di stringere accordi con le compagnie telefoniche (fino a poco fa solo con la telecom) e farsi pagare per ogni minuto che un utente è connesso ai propri POP di accesso. e qui si spiega perché i vari tiscali.it, tra i vari motivi, permetta di accedere al proprio sito sui server tiscali solo se collegato ad un POP di tiscali.
anche qui i numeri hanno un certo peso solo con un audience importante.

:!: nel secondo caso invece si ottiene un ritorno economico grazie alla vendita diretta di prodotti (amazon.com) e/o servizi (chl.it che prende una piccola percentuale sulla transazione)

che io sappia esistono solo questi due modelli di "e-commerce puro", ma aspetto di essere smentito.
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Postdi piercing » 11/09/02 01:55

ecco perchè wm non risponde quasi mai...

ogni risposta è un piccolo capolavoro... ;)

PS: non sono d'accordo sull'utilizzo del termine e-commerce, in quanto in questa accezione si comprende il vero e proprio commercio via web, cioè la vendita di un bene o un servizio, e non può rientrarci il concetto di guadagno pubbliciatario... comunqe tutti d'accordo sul concetto...
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Postdi Nemok » 11/09/02 09:25

Grazie Wm,chiaro ed esauriente!
;)

Ps:pc-facile! si aggira sulle 10000 visite al giorno?Oppure ho capito male?Nel primo caso ...complimenti!
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Postdi dado » 11/09/02 11:44

webmaster ha scritto:in alternativa, siti come viriglio.it e tiscali.it hanno la possibilità di stringere accordi con le compagnie telefoniche (fino a poco fa solo con la telecom) e farsi pagare per ogni minuto che un utente è connesso ai propri POP di accesso. e qui si spiega perché i vari tiscali.it, tra i vari motivi, permetta di accedere al proprio sito sui server tiscali solo se collegato ad un POP di tiscali.


Scusa, WM.
Mi spieghi la tua affermazione in neretto? Xè letta così sembra che se io mi collego da casa con virgilio, non riesca a visualizzare il sito di tiscali. Ma non è così... poi, di sicuro, sono io che ho capito male!
Grazie. ;)

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Postdi kyara » 11/09/02 12:41

webmaster ha scritto:allora, faccio una piccola premessa: per me un e-commerce puro si manifesta laddove il cliente acquista il prodotto o il servizio tramite il web. se il cliente vede il prodotto via web, ha la possibilità di acquistarlo, ma decide di andare ad un punto vendita per poter toccare il prodotto e aquistarlo, questo non è più e-commerce ma internet diventa un semplice canale pubblicitario.
.

Concordo, in quanto le spese di gestione di spazio e dominio servono anche e sopratutto per apportare un rinforzo di immagine laddove la pratica fruttifera diventa il canale "fisico", in parole povere, come spiegato dal wm, a volte il portale di e-commerce serve solo a rinforzare l'immagine alle spalle e denotare un'attività non proprio fatta sui 2 piedi.
Ne sò qualcosa!
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Postdi webmaster » 11/09/02 14:06

dado ha scritto:
webmaster ha scritto:si spiega perché i vari tiscali.it, tra i vari motivi, permetta di accedere al proprio sito sui server tiscali solo se collegato ad un POP di tiscali.
Mi spieghi la tua affermazione in neretto?

tiscali viene pagato dalla telecom Euro 0,00x per ogni minuto che un utente rimane collegato ad un pop di tiscali. per poter aumentare questi minuti, e di conseguenza il guadagno, tiscali (e altri) impediscono l'accesso via FTP (dimenticanza data l'ora) allo spazio web gratuito fornito all'utente.
in questo modo l'utente entusiasta starà più tempo collegato a tiscali e porterà maggiore profitto alla società
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Postdi dado » 11/09/02 19:42

webmaster ha scritto:
dado ha scritto:
webmaster ha scritto:si spiega perché i vari tiscali.it, tra i vari motivi, permetta di accedere al proprio sito sui server tiscali solo se collegato ad un POP di tiscali.
Mi spieghi la tua affermazione in neretto?

tiscali viene pagato dalla telecom Euro 0,00x per ogni minuto che un utente rimane collegato ad un pop di tiscali. per poter aumentare questi minuti, e di conseguenza il guadagno, tiscali (e altri) impediscono l'accesso via FTP (dimenticanza data l'ora) allo spazio web gratuito fornito all'utente.
in questo modo l'utente entusiasta starà più tempo collegato a tiscali e porterà maggiore profitto alla società


Ah, ecco. Ora ho capito. Grazie della precisazione! :D

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